Gli avvocati valdostani denunciano la scopertura di personale, dopo i dati choc sulla Lombardia. A Prato un fascicolo sull’emergenza.
Roma – Solo qualche giorno fa era stato denunciato a Milano uno scoperto del 97% degli ufficiali giudiziari con “punte che arrivano al 100% a Pavia, Sondrio e Varese”. Con la conseguenza per i cittadini “anche di due anni di ritardo per eseguire uno sfratto” o un “pignoramento”. Il dato era stato reso noto in occasione di un incontro fra le Corti d’appello di Milano e Brescia con i sindacati dei funzionari pubblici del settore giustizia e degli Uffici Unep. Un quadro disastroso quello fotografato in relazione allo stato di salute degli Uffici notificazioni, esecuzioni e protesti, se si considera che la carenza di personale ha raggiunto numeri allarmanti. E oggi arriva l’allarme degli uffici giudiziari di Aosta.
“Allarme e preoccupazione per le gravi carenze del personale giudiziario e amministrativo negli
uffici del Tribunale ordinario, dell’ufficio del giudice di pace e dell’Unep” sono espressi dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Aosta. “La situazione, che già oggi è fonte di ritardi e disagi nell’ordinaria gestione degli affari civili e penali, è destinata ad aggravarsi – si legge – a seguito della annunciata richiesta di applicazione, seppur temporanea, di un giudice del Tribunale di Aosta al Tribunale di Ivrea. A fronte
della prospettata applicazione rimarrebbero in servizio in Tribunale solo cinque giudici, a fronte di un organico previsto di otto. Tale situazione comporta una inaccettabile compressione del diritto di accesso alla giustizia per i cittadini, proprio in quell’area di ‘giustizia di prossimità’ che dovrebbe essere più celere ed efficiente”.
“Le conseguenze di tali disfunzioni – prosegue la nota – ricadono anche sugli avvocati, che vedono vanificato il proprio lavoro e non riescono a dare risposte ai loro assistiti”. “Auspichiamo – concludono gli avvocati – che nell’immediato siano quantomeno mantenuti integri gli attuali organici e che gli organi preposti si attivino immediatamente per assicurare la copertura integrale delle dotazioni”. Dalle scoperture di organico alle carenze strutturali degli uffici giudiziari. Come il caso allarmante di Prato: la procura della città toscana ha aperto un fascicolo sullo stato di degrado in cui versa il Palazzo di giustizia, dopo che qualche giorno fa un roditore ha mandato in tilt il sistema elettrico. Per chiarire eventuali responsabilità la procura diretta da Luca Tescaroli ha aperto un fascicolo, al momento senza indagati, per la violazione del testo unico sulla sicurezza sul lavoro.
In particolare, si ipotizza l’inosservanza di una serie di obblighi a cui è tenuto il datore di lavoro: dalla manutenzione tecnica alla pulizia degli impianti fino a garantire la libera fruizione delle uscite di emergenza in caso di necessità. In occasione degli ultimi sopralluoghi, sono state scoperte deiezioni di animali anche in prossimità degli impianti elettrici e di riscaldamento. Inoltre, sarebbe stata riscontrata la presenza di amianto nelle giunture delle tubazioni dell’aerazione e per questo motivi non saranno accesi i riscaldamenti.
In un comunicato congiunto firmato dal procuratore capo di Prato Luca Tescaroli e la presidente del tribunale facente funzioni Lucia Schiaretti si spiega poi che nel palazzo di giustizia di Prato “è stata ripristinata l’erogazione dell’energia elettrica attraverso un intervento provvisorio debitamente finanziato dal ministero della Giustizia. Permangono tuttavia, in esito ai sopralluoghi effettuati significative criticità nell’apparato che dovrà subire un significativo intervento per essere messo a norma”.