Assalto Capitol Hill: il procuratore speciale archivia procedimento contro Trump

Un presidente in carica, infatti, non può essere perseguito e non c’è il tempo per un processo prima dell’insediamento del tycoon.

Washington – Donald Trump non sarà più indagato per l’assalto a Capitol Hill. Lo ha deciso il procuratore speciale Jack Smith che ha annunciato che lascerà cadere il procedimento contro il presidente eletto, chiedendo l’archiviazione del caso in un atto depositato dal giudice. Smith aveva già chiesto una sospensione per valutare il da farsi, dato che un presidente in carica non può essere perseguito e che non ci sarebbe stato il tempo per un processo prima dell’insediamento del tycoon. Come riporta la Cnn, dopo aver archiviato il procedimento per l’assalto a Capitol Hill, il procuratore speciale Smith ha annunciato che lascerà cadere il procedimento contro il presidente eletto Donald Trump anche per le carte segrete portate a Mar-a-Lago. 

La giudice del processo a Trump, Tanya Chutkan, ha accolto la richiesta del procuratore speciale Jack Smith di archiviare il procedimento. La giudice ha condiviso la mozione di Smith basata su una politica adottata più di 50 anni fa dal Dipartimento di Giustizia, consistente nel non perseguire un presidente in carica e applicata a questa situazione “senza precedenti”. Era il 9 novembre quando la giudice Chutkan, che supervisiona il caso contro Donald Trump per l’assalto a Capitol Hill, aveva accolto la richiesta del procuratore speciale Jack Smith di sospendere le procedure in corso e ha annullato tutte le scadenze pendenti nella fase pre-processuale. La mozione di Smith cerca di archiviare il caso Capitol Hill “senza pregiudizio” (il che significa che potrebbe potenzialmente essere riavviato tra quattro anni dopo la Presidenza del tycoon), riconoscendo che la politica del dipartimento di giustizia proibisce di perseguire un presidente in carica.

L’assalto a Capitol Hill

“Tale divieto è categorico e non dipende dalla gravità dei crimini accusati, dalla forza delle prove del governo o dai meriti dell’accusa, che il governo sostiene pienamente”, scrive Smith. “Una grande vittoria”, ha commentato il portavoce di Trump. “Il popolo americano ha rieletto il presidente Trump con un mandato schiacciante per rendere l’America di nuovo grande”, si legge ancora nella nota del portavoce Steven Cheung. “La decisione odierna del dipartimento di Giustizia rappresenta una grande vittoria per lo stato di diritto”. Il popolo americano e il presidente Trump, ha aggiunto, “vogliono che si ponga fine alla strumentalizzazione politica del nostro sistema giudiziario e non vediamo l’ora di unire il nostro Paese”. 

Era il 6 gennaio del 2021 quando dalla manifestazione “Save America March” (“Marcia per salvare l’America”) partì l’assalto al palazzo del Campidoglio, per occupare la sede del Congresso americano e impedire la proclamazione di Joe Biden a 46esimo Presidente degli Stati Uniti. A distanza di oltre tre anni, non c’è una verità processuale. Una protesta che era stata alimentata sui social su presunti brogli elettorali. La rivolta tenne l’America col fiato sospeso per sette ore, dalle 13 alle 20.

La vittoria di Trump in Usa

In Italia erano le due di notte, quando il gruppo degli assalitori cominciò a scalare i muri esterni del palazzo del Congresso e a occuparne le terrazze. Poi, sfondando porte e finestre, i manifestanti riuscirono a fare irruzione nell’edificio e a raggiungere le aule dove erano riuniti i parlamentari, evacuati in tutta fretta. Tutto l’attacco venne documentato sui social. Su tutti i manifestanti, spiccava un uomo soprannominato “lo sciamano”, con il volto dipinto, un copricapo con pelo e le corna, a petto nudo e una lancia con la bandiera degli Stati Uniti. Divenne il simbolo della protesta.

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