Il deposito scoperto a Cambiago, nel Milanese, sarebbe riconducibile ad un cinquantenne ultras interista che è stato arrestato.
Milano – Un deposito di armi, incluse alcune da guerra in perfetto stato, è stato scoperto dalla Polizia a Cambiago, nel Milanese. Si ritiene che l’arsenale possa essere collegato alla Curva Nord interista.
La scoperta ha gettato ulteriore luce sulle dinamiche del tifo organizzato milanese, già al centro dell’attenzione a seguito dell’indagine “Doppia Curva”, che ha svelato attività criminali legate agli ultras di Inter e Milan, e dell’omicidio di Antonio Bellocco, per il quale è stato arrestato Andrea Beretta, ex leader della curva nerazzurra, attualmente collaboratore della giustizia.
Il piccolo arsenale era nascosto in un capannone riconducibile a un individuo non identificato ufficialmente, un cinquantenne che sarebbe un ultras nerazzurro. Tra gli oggetti sequestrati vi sono manganelli, coltelli, tirapugni, pistole e, soprattutto, armi da guerra come kalashnikov, bombe a mano e munizioni. Sebbene la quantità complessiva non sembri elevata, la qualità e il potenziale delle armi hanno destato grande preoccupazione, essendo chiaramente sproporzionate rispetto a eventuali scontri tra tifoserie.
La Questura di Milano mantiene il massimo riserbo sull’operazione, e molti dettagli restano ancora sconosciuti. È noto solo che l’inventario delle armi, durato tutta la notte e parte della mattinata, è stato eseguito con l’obiettivo di rilevare tracce utili per indagini più approfondite. Gli esperti stanno verificando la provenienza di ogni arma per accertare se siano state rubate, trafugate da ambiti militari o utilizzate in precedenti crimini.
Nonostante l’assenza di un numero preciso di oggetti sequestrati, le autorità hanno confermato che le armi trovate, in eccellente stato, erano accompagnate da un cospicuo quantitativo di munizioni e giubbotti antiproiettile. Particolarmente inquietanti sono stati il ritrovamento di più kalashnikov e di alcune bombe a mano, strumenti dall’elevato potenziale offensivo.
Gli investigatori hanno individuato l’arsenale seguendo indizi legati a una proprietà immobiliare riconducibile ad Andrea Beretta, ma gestita da un’altra persona, un ultras a lui vicino, che è stato successivamente arrestato. Resta da chiarire il ruolo di questo deposito all’interno di traffici illeciti più ampi già emersi nel corso delle indagini.