Il principale ostacolo per accertare le responsabilità è l’assenza di prove definitive sulla morte dei 4 zampe a cremazione già avvenuta.
Treviso – Nell’estate del 2023 aveva affidato i suoi due bassotti, Pluto e Nina, a una dog sitter trentenne di Villorba, ma al suo ritorno dalle ferie aveva fatto una terribile scoperta: uno era traumatizzato e denutrito nel cortile, l’altro era morto ed era già stato cremato senza che la proprietaria ne fosse informata. La situazione è stata aggravata dall’assenza di risposte chiare da parte della dog sitter e dall’interruzione dei contatti. Stefania Guadagna, 59enne della Marca proprietaria di Nina aveva sporto denuncia contro la dog sitter, portando il caso in tribunale. Il pm però aveva deciso di archiviare il caso. Archiviazione a cui la proprietaria si è opposta, vedendo però respingere l’istanza dal giudice, che ha comunque riconosciuto che il comportamento della 30enne sollevava sospetti.
“È stato un incubo, un qualcosa che non avrei mai immaginato di dover affrontare”, dice Guadagna, che si è subito messa in contatto con il suo avvocato, Ilaria Pempinella, per avviare una causa. Ma quello che inizialmente sembrava un caso isolato ha preso una piega inquietante quando altre persone hanno contattato l’avvocato Pempinella, rivelando esperienze simili. “Abbiamo già ricevuto altre segnalazioni, addirittura quattro da diverse località della Marca, l’ultima delle quali da Conegliano”, ha dichiarato la legale, che ora sta raccogliendo nuovi elementi di prova.
Dopo Nina la stessa sorte sarebbe toccata a Ray, un golden retriever di 6 anni. Nei giorni scorsi il proprietario di quest’ultimo, Umberto Davide Pecoraro, residente nel Coneglianese ha sporto denuncia e raccontato che un giorno dopo l’affidamento alla trentenne trevigiana, era l’8 giugno, di Ray, il cane è morto. “Ho fatto intervenire immediatamente un’ambulanza veterinaria e ho fatto portare il corpo all’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, per un’autopsia”, spiega Pecoraro. L’esito, che attribuirebbe la morte al collasso di un polmone, forse dovuto a un fatale colpo di calore, sembra prefigurare una negligente condotta nella custodia dell’animale, in un periodo dell’anno particolarmente afoso. Di qui la denuncia, per maltrattamento e uccisione di animale, depositata per mano dell’avvocato Giuseppe Migliore, di Vittorio Veneto.
Agli atti della prima inchiesta, inoltre, c’è anche la testimonianza di Gianangelo Golfetto, residente a Mestre, che il 15 agosto 2023 perde Elsa, un bulldog francese di 5 anni, dopo averla lasciata nella pensione per cani in questione. “Due giorni dopo essere partito per una vacanza, – aveva raccontato – sono stato avvisato che il mio cane era morto. La dogsitter ha fatto cremare l’animale, firmando i documenti al posto mio”. Nel settembre 2023, il servizio veterinario dell’Usl, accompagnato da carabinieri e polizia locale, avrebbe fatto un sopralluogo nella pensione per cani. Ma dopo questo intervento la sua attività non si sarebbe fermata.
E anzi, sarebbero molti di più dunque gli amici a quattro zampe fatti sparire dalla ragazza di Treviso a cui vengono lasciati in custodia gli animali. A dirlo ai microfoni della trasmissione Pomeriggio 5 qualche giorno fa è stata proprio la padrona di Nina. Nel frattempo, Guadagna e il suo avvocato Pempinella sono determinati a portare avanti la battaglia legale, con la speranza che altri non debbano subire la stessa sofferenza. “Non ci fermeremo – conclude l’avvocato – fino a quando non avremo risposte su cosa è realmente accaduto”.
Il principale ostacolo per l’accertamento delle responsabilità è stato l’assenza di prove definitive sulle cause della morte del cane, data la cremazione già avvenuta. Per la giustizia penale, dunque, il caso è stato chiuso, almeno per ora. Nonostante ciò, la proprietaria è determinata a proseguire la sua battaglia, portando la questione in sede civile nella speranza di ottenere giustizia per i suoi amati bassotti. L’auspicio è che la procura ora riapra il fascicolo.