Lo studio è ora sparito dal web: i siti sono stati congelati, i profili social anonimizzati. Mentre proseguono le indagini per far chiarezza sull’intervento costato la vita alla 22enne siciliana.
Roma – Ha operato per quindici anni in barba ai controlli e senza autorizzazione il centro medico di Roma dove la 22enne Margaret Spada si era sottoposta a un intervento di rinoplastica parziale poi rivelatosi fatale. E ora che i due titolari Marco e Marco Antonio Procopio, padre e figlio, sono finiti nella bufera, stanno lentamente venendo a galla tutte le omissioni e le irregolarità che negli anni ne hanno caratterizzato l’operato, fino alla tragedia costata la vita alla giovane siracusana.
I primi dubbi sulle attività dello studio emergono già tra il 2008 e il 2009, quando l’Asl Roma C e i NAS indagano su possibili interventi chirurgici non autorizzati. Tuttavia, la mancanza di strumenti chirurgici e locali utilizzabili come sale operatorie riscontrati durante i sopralluoghi, nell’appartamento convertito in ambulatorio, portano a un nulla di fatto. “Qui non si fanno interventi, solo visite pre e post operatorie”, aveva detto Procopio senior, l’unico che allora svolgeva l’attività. Procopio aveva anche autocertificato di essersi laureato a Padova e abilitato a Verona, e poi di essersi specializzato all’Università Cattolica di Rio de Janeiro.
Lo studio – ora letteralmente sparito dal web: i siti sono stati congelati, i profili social anonimizzati – era pubblicizzato su TikTok, piattaforma popolarissima tra i giovani. E proprio qui l’aveva scovato Margaret Spada, che attratta dalla promessa di un “rimodellamento della punta del naso” proposto come eseguibile in anestesia locale e in soli 20 minuti per 2.800 euro, si era rivolta con fiducia al centro, gestito dai Procopio all’Eur.
Il 4 novembre scorso, giorno dell’intervento la ragazza, accompagnata dal fidanzato Salvatore Sferrazzo, aveva mangiato mezzo panino e bevuto una bibita gasata poco prima di entrare in sala operatoria. Ma poco dopo aver ricevuto l’iniezione per l’anestesia locale, qualcosa va storto e la ragazza si sente male. Denuncia una forte nausea e giramenti di testa, poi inizia a tremare e sviene. Ha una crisi cardiaca, i medici cercano di rianimarla ma invano, quindi chiamano il 118. Il tutto avviene sotto gli occhi terrorizzati del fidanzato di Margaret, che si avvicina ai medici per chiedere spiegazioni ma viene bruscamente allontanato. Quindi tira fuori il telefonino e filma il dramma, consumatosi in pochi minuti. Video poi acquisito dagli inquirenti. La ragazza viene trasportata d’urgenza all’ospedale Sant’Eugenio, dove muore dopo tre giorni di agonia. I due Procopio finiscono iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo.
Tante, troppe le cose da chiarire. Un importante elemento da vagliare è il pasto consumato dalla giovane poco prima dell’intervento, dato che l’anestesia, come noto, da prassi deve essere somministrata a digiuno. Non era stata informata da nessuno? E che fine hanno fatto gli esami pre operatori? Sembra infatti che Margaret avesse inviato via Whatsapp allo studio un elettrocardiogramma e i risultati degli esami del sangue, ma all’interno dell’ambulatorio non sarebbe stata trovata alcuna cartella clinica né documento a nome della ragazza. Emerge anche che alle Asl di Roma non risulta nessuna richiesta di autorizzazione per effettuare interventi chirurgici da parte dello studio Procopio: c’è solo una comunicazione che avvisa dell’apertura del centro estetico. Una cosa è certa: Marco Antonio Procopio, il figlio del titolare, non poteva operare: avrebbe conseguito una laurea a Cracovia, ma mai una specializzazione in chirurgia.
Le indagini in corso stanno rivelando elementi sempre più inquietanti. Lo studio medico sembra legato a una rete di giovani professionisti con qualifiche limitate, che propongono interventi complessi senza autorizzazione. Inoltre, i legami societari dei Procopio conducono a settori estranei alla sanità, come pubblicità e costruzioni, sollevando ulteriori dubbi sulle loro attività. Dopo il decesso di Margaret, oltre ai NAS, si sono attivate quindi anche la Guardia di Finanza e altre autorità per indagare su eventuali reati finanziari e violazioni sanitarie.
I primi risultati dell’autopsia sul corpo di Margaret, svolta all’Istituto di Medicina legale di Tor Vergata a Roma, indicano che sarebbe morta per un arresto cardiocircolatorio in un quadro di “sofferenza acuta”. Per stabilire le cause saranno necessari ulteriori accertamenti e bisognerà attendere l’esito degli esami istologici e tossicologici.
Margaret e Salvatore erano fidanzati da nove anni e avevano in programma di sposarsi: lo avrebbero fatto nel 2025 a Parigi, davanti al castello di Disneyland, come lei desiderava. “Mi hai lasciato un vuoto incolmabile. Senza di te, nulla ha più senso”, ha detto il ragazzo, devastato. A stabilire responsabilità e omissioni sarà ora la magistratura.