Ludwig, riaperte le indagini sul rogo al cinema Eros di Milano

La nuova inchiesta cercherà di definire la rete di contatti di Marco Furlan e Wolfgang Abel, e dare un nome al “terzo uomo”, riconosciuto dal proprietario del locale e mai identificato.

Milano – La Procura di Milano ha avviato un’indagine contro ignoti sull’incendio del cinema Eros, dato alle fiamme dal gruppo Ludwig il 14 maggio 1983, attentato che causò la morte di sei persone. La notizia viene riportata oggi dal Corriere della Sera che spiega come la decisione dei magistrati faccia seguito alla pubblicazione dell’inchiesta del podcast del quotidiano “Cinema Eros”.

Il caso riguarda l’incendio doloso che, il 14 maggio 1983, devastò la sala per adulti Eros in viale Monza a Milano, causando gravi ustioni a cinque spettatori e a un passante che cercò di soccorrerli. Nei giorni seguenti, le vittime – Pasquale, Ernesto, Domenico, Giorgio, Livio ed Elio, il più giovane di soli 26 anni – persero la vita. Le indagini iniziali procedettero a rilento, finché, il 27 maggio, una lettera scritta in caratteri pseudo-runici giunse alla sede milanese dell’Ansa. Il testo rivendicava il rogo con frasi cariche di disprezzo e terminava con il motto “Gott mit uns” (Dio con noi), accompagnato da un simbolo già noto: un’aquila con una svastica tra gli artigli e le lettere “LUD” e “WIG” sulle ali, sigla collegata a cinque volantini rivendicanti otto omicidi nel Triveneto dal 1977.

Gli omicidi attribuiti a Ludwig erano già noti: vittime emarginate come un nomade, una prostituta, un tossicodipendente, ma anche due frati, il rettore di un istituto religioso e un giovane che dormiva in una torretta sul Lungadige incendiata. A Milano, le indagini si spostarono verso Est e, successivamente, oltreconfine, con un nuovo delitto avvenuto il 7 gennaio 1984: l’incendio della Liverpool Sex Diskotek a Monaco di Baviera, in cui perse la vita Corinna Tartarotti, giovane cameriera italiana.

Le indagini, caratterizzate da incertezze e errori, trovarono una svolta il 4 marzo 1984, quando i veronesi Marco Furlan e Wolfgang Abel (deceduto il 28 ottobre scorso), furono arrestati nel Mantovano mentre tentavano di incendiare la discoteca Melamara con la stessa tecnica usata a Milano e Monaco. Le inchieste sui crimini di Ludwig confluirono in un unico procedimento, e l’incendio dell’Eros venne ricondotto al duo. Tuttavia, quando le loro foto furono pubblicate, il proprietario del cinema li identificò come due dei tre giovani che, in due occasioni, avevano acquistato biglietti per la sala prima del rogo. Resta dunque il mistero di un terzo uomo, descritto come “basso e tarchiato”.

Quarant’anni dopo, i magistrati milanesi Leonardo Lesti e Francesca Crupi riprendono il filo da qui, cercando di far luce sulla rete di contatti dei due giovani nel Veneto. Nuovi spunti emergono anche dal recente procedimento sulla strage di Piazza della Loggia a Brescia, suggerendo legami con frange dell’ex Ordine Nuovo, gruppi cattolici tradizionalisti e sette esoteriche. Anche se non si giungerà all’identificazione di eventuali complici, il quadro che emerge potrebbe riscrivere la storia di Ludwig. Non più un caso isolato, ma l’azione di un’organizzazione terroristica.

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