Il presidente Abbamonte: “Il momento storico fa cogliere un contrarsi delle tutele rispetto a quanto avveniva negli anni ’80 e ’90”.
Bari – “Il problema vero” nel momento attuale della giustizia amministrativa “è quello dell’effettività delle tutele. La giustizia amministrativa non solo deve dare una risposta in tempi ragionevoli, ma deve dare
una risposta adeguata alle domande. Se chiudere in tempi brevi un processo significa rigettare un ricorso perché nulla cambi, allora non siamo in presenza di effettività delle tutele”. Lo ha detto a Bari Orazio Abbamonte, presidente dell’Unione nazionale avvocati amministrativisti (Unaa), a margine dell’evento introduttivo delle due giornate del Congresso nazionale unione nazionale avvocati amministrativisti, iniziato questa mattina nell’aula magna dell’Università di Bari.
“Il momento storico – ha aggiunto Abbamonte – fa cogliere un contrarsi delle tutele rispetto a quanto avveniva negli anni Ottanta, Novanta e alla fine degli anni Settanta. Su questi temi credo si svilupperà un dibattito acceso”. Il timore, ha aggiunto Abbamonte, è che “tra qualche anno si possa rischiare di celebrare non il congresso, ma il funerale della giustizia amministrativa”. Unaa ha anche presentato una mozione al proprio Congresso riunito a Bari volta a migliorare l’efficienza e la trasparenza della giustizia amministrativa. La proposta, articolata in tre misure fondamentali, mira a favorire una collaborazione strutturata tra magistratura e avvocatura, con l’obiettivo di garantire un sistema giudiziario più equilibrato e rispondente alle esigenze della collettività.
La mozione rappresenta un passo avanti verso una giustizia amministrativa moderna, equilibrata e trasparente, che possa rispondere in modo più efficace alle esigenze della collettività e delle diverse professionalità coinvolte, con tre benefici tangibili per cittadini e imprese. Primo, il miglioramento dell’efficienza: il coinvolgimento dei legali nelle decisioni organizzative permetterà di individuare le aree di effettiva criticità e di adottare soluzioni mirate. Secondo, maggiore trasparenza e democrazia: l’acquisizione del punto di vista degli avvocati favorirà l’assunzione di decisioni più bilanciate e ponderate. Terzo, favorire un approccio più inclusivo, migliorando la percezione pubblica della giustizia amministrativa.
E ancora, si punta a rafforzare il coinvolgimento degli avvocati amministrativisti nella governance della giustizia amministrativa attraverso 3 misure principali. Istituzione di Consigli giudiziari amministrativi presso ogni Tar e le relative sezioni distaccate, con una composizione mista di magistrati e avvocati. Questo nuovo organo consultivo si propone di monitorare e migliorare l’organizzazione e la gestione delle risorse del sistema, promuovendo la trasparenza e l’efficienza. La seconda misura riguarda la creazione di un Consiglio direttivo per il Consiglio di Stato, un organo analogo a quello esistente presso la Corte Suprema di Cassazione. Infine, l’integrazione degli avvocati nel Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa (CPGA). Una proposta che mira a valorizzare il contributo dell’avvocatura specialistica, portando una prospettiva pratica e operativa alle riforme organizzative e migliorando l’inclusività e la trasparenza delle decisioni.