Processo da rifare per l’ex concorrente de L’Eredità, che nel febbraio 2021 aveva massacrato il genitore e tentato di ammazzare la madre a San Martino in Rio, nel Reggiano. La Suprema Corte ha accolto il ricorso sull’aggravante della premeditazione.
La Corte di Cassazione ha annullato la condanna a 24 anni e due mesi di carcere per Marco Eletti, 36 anni, accusato di omicidio premeditato del padre e tentato omicidio della madre, rinviando il caso in appello per riconsiderare la questione della premeditazione. La decisione è stata resa nota nella serata.
Gli eventi per i quali Eletti era stato condannato risalgono al 24 febbraio 2021 a San Martino in Rio, nel Reggiano. Il giovane, che aveva confessato i fatti, era stato dichiarato colpevole sia in primo grado che in appello per l’uccisione del padre Paolo, 58 anni, colpito con un martello nella casa di famiglia. Eletti aveva anche tentato di togliere la vita alla madre, Sabrina Guidetti, trovata quel giorno priva di sensi, con i polsi tagliati, accanto al corpo senza vita del marito.
I sospetti si erano concentrati da subito sul figlio della coppia, un grafico appassionato di scrittura e noto per essere apparso in passato al quiz televisivo di Rai1 L’Eredità. Era stato lui stesso a chiamare il 118, affermando di aver trovato i genitori in quello stato nella loro abitazione. All’inizio Eletti aveva negato ogni responsabilità, ma successivamente, nel corso del processo, aveva ammesso il suo coinvolgimento, dichiarando: “Devo ammettere le responsabilità che ho in questa vicenda. È passato molto tempo da allora, e persone come i miei avvocati e i familiari mi hanno aiutato a riflettere su quanto accaduto.”
Tra le aggravanti contestate dalla Procura, oltre alla premeditazione, c’era anche il legame di parentela con la vittima, ma questo aspetto è caduto durante l’udienza preliminare, poiché il test del DNA ha rivelato che Paolo non era il padre biologico di Marco. L’accusa sostiene che il movente potrebbe essere legato alla scoperta di una doppia vita del padre o a dispute sulla proprietà di famiglia, che i genitori non intendevano lasciare ma che il figlio desiderava ereditare.
La premeditazione era stata riconosciuta sia in primo grado che in appello, ma è sempre stata contestata dalla difesa. Anche davanti alla Cassazione, gli avvocati Domenico Noris Bucchi e Luigi Scarcella hanno insistito che Eletti aveva pianificato solo l’aggressione alla madre, mentre l’omicidio del padre sarebbe stato un gesto impulsivo. Ora la svolta: il processo è da rifare.