Meloni incontra Rutte a Palazzo Chigi, la Nato ferma al fianco di Kiev

Il segretario: “Lotta Ucraina è la lotta di tutti noi”. L’Italia garantisce aumento spese per la difesa, saliranno a 30 miliardi nel 2025.

Roma – La Nato resterà al fianco di Kiev, perché “la lotta dell’Ucraina è la lotta di tutti noi”. E’ il messaggio lanciato dal segretario generale Mark Rutte insieme alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo una mezz’ora di faccia a faccia a Palazzo Chigi. Un messaggio chiaro, “l’obiettivo comune è creare le “condizioni per una pace giusta”, inviato mentre si attendono le elezioni Usa che potrebbero cambiare gli scenari. Meloni sottolinea più volte il “contributo di primo piano” e “a 360 gradi” dell’Italia all’Alleanza, e rivendica l’azione italiana “sul fianco orientale”, con i “dispositivi navali nel Mediterraneo” e pure nei Balcani, dove – dice -“abbiamo nuovamente assunto il comando della missione Kfor” in Kosovo “da pochi giorni”.

La premier rivendica anche l’eccellenza italiana nell’industria della difesa – comparto che il segretario Nato
ha incontrato – mentre Rutte plaude al nuovo investimento da 8,2 miliardi per rinnovare gli strumenti delle
forze armate
– con il programma pluriennale “Rinnovamento della componente corazzata (nuovo Main Battle Tank e piattaforme derivate) dello strumento militare terrestre”. L’Italia ha garantito l’impegno ad aumentare le spese per la difesa – che saliranno attorno ai 30 miliardi nel 2025 restando ancora lontani, però, dall’obiettivo del 2%. Ma “tutti devono raggiungere” il target, il richiamo di Rutte. 

Nato al fianco di Kiev

Proprio per quanto riguarda la guerra tra Kiev e Mosca, il segretario generale della Nato ha spiegato che si sta istituendo “un nuovo comando, il Nato Security Assistance and Training for Ukraine, che diventerà pienamente operativo nei prossimi mesi. E siamo sulla buona strada per rispettare la nostra promessa di fornire all’Ucraina 40 miliardi di euro di sostegno militare nel 2024. Resteremo al loro fianco, perché la loro battaglia è la nostra”. In questo senso, Rutte ha accolto con favore l’annuncio da parte dell’Italia di investimenti pari a 8,2 miliardi di euro per nuovi carri armati e l’ammodernamento degli equipaggiamenti delle forze armate. La premier ha quindi affermato: “Dobbiamo essere sempre più all’altezza delle sfide in un mondo che è in fase di cambiamento”. La presidente del Consiglio ha citato in questo senso in particolare gli sviluppi legati all’intelligenza artificiale e alle guerre ibride. E ha quindi sottolineato la necessità, da parte della Nato, di “rivolgere lo sguardo al fianco meridionale dell’Alleanza”.

“Il nostro obiettivo comune rimane lo stesso, ovvero costruire le migliori condizioni possibili per una pace giusta per aiutare l’Ucraina a guardare avanti”. Al centro del colloquio con il neosegretario generale della Nato Mark Rutte a Palazzo Chigi, “ovviamente anche il sostegno degli Alleati alla legittima difesa dell’Ucraina, il ruolo di coordinamento che la Nato può esercitare e deve esercitare da questo punto di vista”, ha detto Giorgia Meloni. In una nota di Palazzo Chigi, si elencano i punti della discussione: “il ruolo dell’Alleanza atlantica quale pilastro imprescindibile per la sicurezza comune a fronte delle molteplici aree di instabilità, nonché il contributo di primo piano dell’Italia alla difesa euroatlantica a 360 gradi“.

La guerra in Ucraina

“Discussi anche il sostegno alla legittima difesa dell’Ucraina, – conclude la nota – il rafforzamento del pilastro europeo dell’Alleanza anche a favore di un’industria della difesa sempre più innovativa e competitiva, nonché il necessario adattamento della Nato alle nuove sfide di sicurezza. Condivisa, inoltre, la necessità strategica della piena attuazione del nuovo approccio verso il fianco sud deciso al Vertice di Washington”. Con la vittoria di Donald Trump alle elezioni Usa ci potrebbe però essere un cambio di rotta, visto che il tycoon ha chiaramente mostrato la sua volontà di far cessare ogni guerra.

L’elezione di Trump apre diversi scenari, la maggior parte dei quali però non appaiono positivi per la leadership ucraina. Trump ha più volte messo in dubbio il sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina, affermando che l’Europa dovrebbe farsi carico della maggior parte del peso nel sostenere Kiev contro l’invasione russa, e ha gettato ombre sul futuro della NATO. Ancora candidato, nel dibattito con Kamala Harris lo scorso settembre, si era rifiutato di dire se vuole che l’Ucraina vinca e ha ripetutamente affermato di voler porre fine alla guerra molto rapidamente, anche prima di entrare in carica a gennaio. Uno scenario potrebbe essere il raggiungimento rapido di un accordo di cessate il fuoco e, addirittura, di pace.

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