autovelox

Viaggia a 255 km/h, niente multa perché autovelox non omologato: il caso a Novara 

Il Prefetto ha dovuto annullare la maxi sanzione da 845 euro, perché l’apparecchio era solo approvato. Restituita la patente all’automobilista.

Novara – L’autovelox non era omologato, e il prefetto ha dovuto annullare la maxi sanzione all’automobilista “pizzicato” mentre viaggiava a una velocità di 255 all’ora. L’episodio era accaduto lo scorso maggio: l’uomo era stato multato perché l’autovelox aveva rilevato il suo transito a 255 km l’ora, in un tratto in cui il limite è di 130. L’automobilista, assistito dall’avvocato Gabriele Pipicelli di Verbania, aveva presentato ricorso alla prefettura di Novara, che ieri ha annullato il verbale, con la relativa sanzione amministrativa di 845 euro, oltre al ritiro della patente di guida ai fini della sospensione, per un periodo da 6 a 12 mesi.

Il Prefetto ha verificato che l’apparecchio utilizzato per rilevare la velocità del veicolo non era omologato e, quindi, illegittimo. “Il ricorso – spiega all’AGI l’avvocato Pipicelli – è stato proposto nel solco della giurisprudenza della Cassazione, ormai prevalente, che ben osserva come un apparato semplicemente
‘approvato’ non è da considerarsi ‘omologato’ e solo le misurazioni fatte con quest’ultimo sono legittime. Il prefetto di Novara non ha potuto far altro che prendere atto che in questo caso l’apparecchio utilizzato dalla Polizia stradale era solo ‘approvato’, annullando quindi il verbale e quindi tutte le sanzioni collegate”. All’automobilista è stata anche restituita la patente

A luglio scorso erano stati sequestrati dalla Polstrada alcuni autovelox illegali, dispositivi autorizzati e attivi sulla rete stradale provinciale di Cosenza e su tutto il territorio nazionale ma privi di omologazione. Ancora prima, ad aprile, la Cassazione aveva respinto il ricorso del Comune di Treviso ed era stata annullata una multa a un automobilista che viaggiava a 97 chilometri all’ora in un tratto in cui la velocità massima consentita è di 90 km/h, proprio perché l’autovelox che aveva riscontrato l’irregolarità non era omologato. Il sequestro di luglio aveva riguardato apparecchiature su tutto il territorio italiano. In particolare, nei Comuni di Venezia, Vicenza, Modena, Reggio Emilia, Pomarico, Cerignola, Pianezza, Piadena, Formigine, Arcola, Carlentini, San Martino in Pensiliis.

Dopo la notizia dei sequestri in tutta Italia perché risultava illegittimo il sistema di rilevamento delle violazioni della velocità effettuate con i dispositivi non omologati, Federconsumatori aveva spiegato come muoversi per i rimborsi. I cittadini che non avevano ancora pagato le sanzioni potevano chiedere lo sgravio in via amministrativa o fare ricorso per l’annullamento delle stesse secondo i termini di legge. Chi aveva pagato la sanzione poteva provare a chiedere l’eventuale rimborso, sul presupposto della accertata successiva illegittimità del rilevamento dell’infrazione.

Il primo passo da compiere, infatti, è fare istanza di accesso gli atti al comune competente, per verificare l’omologazione dell’autovelox. Una volta accertata la mancata omologazione, si può fare ricorso, entro 60 giorni dalla notifica del verbale al prefetto, oppure entro 30 giorni al giudice di pace. In ogni caso i cittadini coinvolti possono rivolgersi agli sportelli di Federconsumatori per ottenere informazioni, indicazioni e assistenza.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa