Resti di un capriolo appesi ad un cancello in Val Camonica. Lac: “Avvertimento mafioso dei bracconieri”

L’associazione collega l’episodio alla denuncia della polizia contro cinque cacciatori sorpresi ad abbattere illegalmente due prede.

Brescia – La testa e il corpo di una femmina di capriolo sono stati trovati appesi al cancello di una proprietà privata a Bienno, in Valle Camonica. La segnalazione è stata fatta dalla LAC (Lega Abolizione Caccia), che ha collegato l’episodio a una denuncia presentata dalla Polizia Provinciale di Brescia il 16 ottobre. In quella circostanza, cinque cacciatori bresciani erano stati sorpresi in alta Valsabbia mentre abbattevano illegalmente due caprioli. A seguito dell’infrazione, gli erano state sequestrate le munizioni e la selvaggina, ed erano stati denunciati per caccia illegale e uso non consentito di munizioni spezzate per colpire ungulati.

Un’operazione che rientra tra le molteplici azioni compiute dagli agenti e ufficiali del Nucleo Ittico-Venatorio della Polizia Provinciale di Brescia nelle valli della zona. Dall’apertura della stagione di caccia, il 17 agosto, sono stati infatti sequestrati diversi esemplari per violazioni al regolamento venatorio: un cervo maschio a Temù e uno a Monno, e vari camosci in Valle di Saviore, Esine e Corteno Golgi. Secondo i volontari della LAC, l’episodio rappresenterebbe un messaggio intimidatorio e provocatorio verso le forze dell’ordine, rivolto dai bracconieri contrari alle recenti operazioni di controllo.

“È senza dubbio l’eleganza la dote migliore dei cacciator-bracconieri – scrive l’associazione in un comunicato – va anche detto che se si devono difendere imparano in fretta, facendo propri i metodi mafiosi. Quegli stessi metodi che qualcuno utilizza da anni in Valcamonica, e non solo, per sottolineare il peso del “clan” quando qualcuno si permette di violare le regole. Così, ciò che resta dopo la macellazione di una femmina di capriolo appesa a un cancello è insieme un avvertimento e un gesto di scherno nei confronti delle forze di polizia ambientale”. 

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