Nuovi sviluppi dalle indagini. La raccolta fondi per coprire le spese legali dell’agente della Polfer è arrivata a 20mila euro.
Verona – Moussa Diarra, l’immigrato originario del Mali ucciso da un agente alla stazione veronese di Porta Nuova, era pronto a colpire con un coltello il poliziotto che gli ha sparato. A dimostrarlo sono le immagini delle telecamere di sorveglianza, che la mattina del 20 ottobre, poco dopo le 7, hanno immortalato il 26enne africano mentre, incurante degli spari di avvertimento, si avvicina minaccioso all’agente della Polfer, che quindi preme nuovamente il grilletto colpendolo al petto. Nello zaino l’uomo, si scoprirà, aveva anche un altro coltello da cucina.
Un paio di ore prima Diarra aveva aggredito due agenti della polizia locale. Poi, una volta arrivato in stazione, aveva distrutto due vetrine. Quindi l’aggressione ai poliziotti, rivelatasi per lui fatale.
Subito dopo l’accaduto in città e non solo si erano scatenate le polemiche, con scambi di accuse tra le fazioni politiche. I centri sociali avevano organizzato una fiaccolata in onore dell’immigrato, l’amministrazione di centrosinistra aveva criticato l’operato della polizia mentre la Lega e altre forze politiche di centrodestra avevano espresso vicinanza e solidarietà all’agente che ha sparato.
Il poliziotto, indagato dalla Procura di Verona per eccesso colposo di legittima difesa, tornerà in servizio da martedì. Intanto un centinaio di ristoratori cittadini si sono mobilitati per raccogliere fondi per coprire le spese legali: già 20 mila euro la somma raccolta in pochi giorni.