Maternità surrogata, coppia italiana fermata in Argentina: legale “non rischia nulla”

Dal 16 ottobre la gestazione per altri considerata reato universale ma Paniz assicura: “Bambina nata il 10 ottobre, no efficacia retroattiva”.

Buenos Aires – Due uomini italiani sono stati fermati all’aeroporto di Buenos Aires insieme a una donna argentina mentre cercavano di imbarcarsi, con una neonata, su un volo diretto a Parigi, da dove poi sarebbero rientrati in Italia. Dal 16 ottobre la maternità surrogata è considerata in Italia come un “reato universale”, ovvero perseguibile in Patria anche se commesso all’estero, ma il legale della coppia, Maurizio Paniz, assicura che questo non rappresenta un problema per i suoi assistiti: “Non rischiano nulla, la bambina è nata il 10 ottobre, quindi i fatti sono antecedenti a una norma che non può avere efficacia retroattiva”.

“I miei assistiti sono sereni, ritengono di non aver fatto nulla e non hanno fatto nulla. Vivono la loro storia, il coronamento di un loro desiderio. Con tutti gli ostacoli che possono sorgere nella vita, certo, ma con molta serenità”, dichiara all’Adnkronos Paniz. Secondo il legale “non ci saranno sviluppi sul caso prima di lunedì e martedì”. I due italiani, ricorda il legale, “non sono accusati di niente: le autorità argentine li ritengono testimoni funzionali a un’indagine che stanno svolgendo su altre persone. Possono essere utili alle indagini in quanto persone asseritamente informate sui fatti, ma non è detto che siano informate sui fatti. Per questo le autorità argentine hanno ritenuto di non farli partire per l’Italia”.

Si indaga su un’organizzazione che lucra sull’utero in affitto? “L’oggetto dell’indagine per quello che so potrebbe anche essere diverso”. Era il 16 ottobre quando, tra le scintille nell’Aula del Senato era stata approvata in via definitiva la legge che rende la maternità surrogata reato universale. Il provvedimento ha avuto il via libera con 84 sì, 58 no e nessun astenuto. Anche se compiuto all’estero da cittadini italiani il reato è perseguibile. Il ddl che ha come prima firmataria la deputata di Fdi, Carolina Varchi, aveva ricevuto il via libera dalla Camera il 26 luglio 2023. “E’ stata messa la parola fine a una barbarie che sfruttava le donne più vulnerabili e mercificava i bambini”, ha commentato Varchi. Le opposizioni, che hanno votato contro, parlavano di testo “inutile”, “incostituzionale”, “da Medioevo” e “contro i bambini e le famiglie arcobaleno”.

La proposta di legge va a modificare l’articolo 12 della legge n. 40 del 2004 che al comma 6 parla della “commercializzazione di gameti o di embrioni e alla surrogazione di maternità”, stabilendo che realizzare, organizzare o pubblicizzare tali attività si configura come un delitto, punito con la reclusione da tre mesi a due anni e una multa da 600.000 a un milione di euro. La differenza sostanziale, rispetto al passato, è che la giurisdizione italiana interviene anche se la surrogazione di maternità è avvenuta all’estero, persino in quei Paesi dove tale pratica non sia votata.

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