Report ha parlato di quanto accaduto a giugno 2024, dall’allarme lanciato da Alarm Phone alla gestione di superstiti e rimpatri.
Roma – “Chiediamo un’informativa urgente al ministro Piantedosi sull’inchiesta di Report su quanto avvenuto il 17 giugno scorso a largo del Mar Jonio, a Roccella Jonica”. Lo ha detto la vicecapogruppo del M5s alla Camera Vittoria Baldino, intervenendo in Aula a Montecitorio sull’ordine dei lavori. “Pare che sia stato messa in atto una strategia dell’invisibilizzazione di quello che è successo”, ha aggiunto Baldino. “La strategia di questo governo è occultare, così si è voluto occultare una strage perché non conveniva al governo fare un’altra figuraccia internazionale”, ha continuato l’esponente del M5s.
“Ci uniamo alla richiesta di informativa urgente al ministro Piantedosi”, ha detto il deputato del Pd Andrea Casu. “Il Governo deve spiegare perché ha fatto silenzio sulla strage”, ha proseguito. Si è unita alla richiesta di informativa urgente anche Alleanza Verdi e Sinistra. “Anche Avs si unisce al M5s e al Pd per richiedere una presenza qui del ministro dell’Interno, che riferisca a questa Camera su quello che è accaduto”, ha detto il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Franco Mari.
La trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci ha posto l’attenzione, attraverso l’inchiesta condotta da Rosamaria Aquino, su una “strage, successiva a quella di Cutro, che è stata tenuta nascosta: è il naufragio di Roccella Jonica“. È la notte tra il 16 e il 17 giugno 2024, ricostruisce i fatti Report. “Una barca a vela di turisti francesi soccorre un’altra barca a vela, quasi affondata, a 120 miglia dalle coste calabresi. A bordo c’erano 12 migranti, solo una piccola parte di un gruppo di 76 persone, un terzo dei quali bambini, imbarcatosi una settimana prima da Bodrum, in Turchia. Una strage. È il naufragio di Roccella Jonica, dal porto dove i superstiti verranno trasportati dalla Guardia Costiera. Da quel momento inizia a calare uno strano silenzio su quelle operazioni”.
Per Report “non tornano i numeri delle salme recuperate, le operazioni di trasporto dei cadaveri recuperati in mare si svolgono di notte in porti distanti tra loro centinaia di chilometri, rendendo difficile alla stampa di documentare il naufragio. I parenti che devono riconoscere i corpi, recuperati nei giorni successivi in mare, sono costretti a fare la spola tra diversi ospedali, ma anche i vivi vengono ricoverati in posti diversi, persino in altre province. Nessuna cerimonia comune, nessun messaggio di cordoglio, nessun comunicato in quei giorni dal Governo. Si voleva evitare l’effetto Cutro?“. Report, con testimonianze inedite, ha ripercorso tutte le fasi di quel naufragio, dal primo allarme lanciato da Alarm Phone alla gestione dei superstiti e dei rimpatri.
All’attacco del governo era già andato Alfonso Colucci, capogruppo M5S in commissione Affari Costituzionali. “Quanto emerso dalla trasmissione Report, e in precedenza riportato da altri organi di stampa, sulla strage di migranti di Roccella Jonica è di assoluta gravità. Sarebbe stata nascosta nei suoi dettagli all’opinione pubblica allo scopo di evitare un ‘effetto Cutro’. Secondo quanto emerge nelle ultime ore, sulla morte di decine di migranti nel naufragio di Roccella Jonica sarebbe scesa una cappa di silenzio forzato“, che avrebbe a detta del parlamentare reso “impossibile per la stampa la corretta ricostruzione dei fatti e quindi di fornire all’opinione pubblica l’entità della tragedia. Bisogna fare chiarezza immediatamente, il M5S vuole sapere in dettaglio cosa è accaduto”.
Sulla questione è intervenuta anche Valentina Brinis, advocacy officer di Open Arms. “Siamo davvero colpiti da quanto riportato dalla trasmissione Report ieri, rispetto al naufragio avvenuto lo scorso giugno al largo di Roccella Jonica. Lo sconcerto è legato al fatto che, – afferma – ancora una volta, la priorità pare essere quella di nascondere l’accaduto invece di fare chiarezza su quel naufragio, l’ennesimo nel Mediterraneo. Non è chiaro il numero dei corpi recuperati e di quelli dispersi e non è chiara l’identità di molte delle persone che erano a bordo. Aggiungiamo la nostra, a tutte le voci che chiedono verità e giustizia, le uniche domande che delineano l’identità della cittadinanza europea, basata sul rispetto della dignità di ogni essere umano”. “In tutto ciò, le occasioni parlamentari di intervenire su questi temi non vengono colte. L’ultima qualche giorno fa quando durante il voto al bilancio della UE, il Parlamento europeo ha deciso di non stanziare alcuna voce di spesa su una missione congiunta di ricerca e soccorso – aggiunge Brinis – E questa, è davvero l’unica azione urgente da metter in atto affinché la vita umana sia tutelata”.
Nel frattempo, si apprende che comincerà dalla Camera l’esame del nuovo decreto sui migranti, recante disposizioni urgenti in materia di procedure per il riconoscimento della protezione internazionale. Il provvedimento è stato assegnato, in sede referente, alla commissione Affari costituzionali. Lo ha
comunicato all’Assemblea la presidente di turno, Anna Ascani.