Blitz ad Ancona, Domodossola e Parma: nel mirino articoli contraffatti e gadget “a tema” di fabbricazione spesso cinese, potenzialmente pericolosi per i bambini.
Capo di abbigliamento e articoli contraffatti, continuano i controlli della Guardia di Finanza in tutta Italia, specialmente in questo periodo che prelude la festa di Halloween, quando profluvi di oggetti a tema, spesso di fabbricazione cinese, invadono il mercato senza rispettare i requisiti di sicurezza.
Ad Ancona i finanzieri hanno sequestrato di oltre 1.000 capi di abbigliamento falsi, che riproducevano fedelmente modelli e marchi di note griffe. Gli operatori commerciali controllati sono risultati ignari della non genuinità dei capi che avevano ordinato, in quanto questi, essendo di ottima fattura, erano difficilmente distinguibili dagli originali. La merce arrivava in Italia dalla Francia e dalla Romania per essere smerciata nei negozi al dettaglio. Due cittadini italiani sono stati denunciati per importazione e commercializzazione di beni contraffatti e ricettazione.
A Parma, invece, Fiamme Gialle in azione nel centro cittadino, dove sono stati sequestrati quasi 1400 prodotti non a norma, esposti in vendita presso un emporio gestito da un cittadino di nazionalità cinese: accessori per capelli, cappellini per bambini, bracciali, cancelleria, prodotti da cucina, statuine e soprammobili.
Oltre al sequestro amministrativo, i finanzieri hanno applicato al titolare dell’emporio la sanzione amministrativa prevista dalla normativa di settore.
A Domodossola, in Piemonte, nel mirino della Guardia di Finanza è finita un’attività commerciale nella zona ossolana: sequestrati circa 15 mila articoli non sicuri: addobbi per Halloween come zucche, maschere, tovaglioli, piatti, oltre a decori natalizi. Tutti privi delle informazioni minime necessarie per identificarne le caratteristiche qualitative, il produttore, e l’eventuale presenza di materiali nocivi, rappresentando così un rischio per la salute umana e la sicurezza dei consumatori. Per i responsabili del punto vendita è scattata la segnalazione alla Camera di Commercio e una sanzione amministrativa fino a 60mila euro.