Femminicidi, il braccialetto elettronico finisce sul banco degli imputati

Il malfunzionamento del dispositivo anti-stalker non ha salvato Celeste Palmieri e Camelia Ion. E i troppi falsi allarme fanno sprecare risorse preziose alle forze di polizia.

Settimana nera per il braccialetto elettronico, al punto che il dispositivo anti-stalker è finito nell’occhio del ciclone in ragione del suo mancato o difettoso funzionamento. A poche ore di distanza, prima a San Severo e poi a Civitavecchia, non ha dato l’allarme per tempo, o non l’ha dato affatto, segnando con il suo flop il destino di due donne, uccise da quegli uomini violenti che la legge aveva deciso fossero tenuti a distanza di sicurezza.

Celeste Palmieri uccisa dall’ex marito Mario Furio

Mario Furio, un ex agente della polizia penitenziaria, indossava il braccialetto quando venerdì scorso, a San Severo, ha ucciso sua moglie, Celeste Palmieri, fuori da un supermercato, per poi togliersi la vita. Poco prima del delitto, i carabinieri avevano contattato la donna poiché il dispositivo aveva segnalato la vicinanza del marito. Celeste aveva avvisato il 112 di averlo visto al supermercato, ma l’allerta non era scattata. Una pattuglia è arrivata soltanto pochi istanti dopo il femminicidio.

Anche a Civitavecchia il dispositivo non ha salvato Camelia Ion, senzatetto romena di 51 anni, trovata cadavere nelle prime ore di venerdì nei pressi della stazione di Civitavecchia e per il cui decesso si trova ora in stato di arresto l’ex compagno, un connazionale di 41 anni senza fissa dimora. L’uomo non era nuovo a comportamenti violenti nei confronti della vittima, al punto che era stato più volte indagato per stalking e alla fine aveva avuto il divieto di avvicinarsi con tanto di braccialetto elettronico.

Camelia Ion uccisa a Civitavecchia. Indagato l’ex compagno

Braccialetto che evidentemente non ha salvato la donna, anche se va ricordato che tra gli effetti personali della vittima gli inquirenti non hanno trovato il telefonino che le era stato dato in dotazione per ricevere l’avviso di allarme all’avvicinamento dello stalker.

Il malfunzionamento dei braccialetti ha sollevato in queste ore critiche sia da parte dell’associazionismo antiviolenza sulle donne, che sospetta non siamo monitorati a dovere, che da alcuni esponenti politici di maggioranza e opposizione che hanno chiesto chiarimenti sulla sua applicazione. D’altro canto il braccialetto è salito sul banco degli imputati anche per il numero elevato di falsi allarme, almeno trenta al giorno, che mobilitano inutilmente le forze dell’ordine.

Nonostante le criticità, grazie alla nuova legge sulla violenza sulle donne e all’inasprimento del codice rosso che ha reso la loro applicazione obbligatoria e non più a discrezione del giudice, il numero dei braccialetti in circolazione da dicembre a oggi è salito a circa 5mila, praticamente quintuplicandosi.

E ieri nel Napoletano l’allarme ha permesso ai carabinieri di intervenire in tempo per fermare un uomo sotto casa della sua ex compagna, mentre a Rho, nel Milanese, un altro stalker ha rotto il dispositivo prima di avvicinarsi alla vittima, ma è stato subito arrestato.

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