Procura chiede convalida arresto ad Paolino Iorio. Al vaglio inquirenti anche cellulari di Andrea Stroppa, referente in Italia di Elon Musk.
Roma – Ammonterebbero a un totale di oltre 100mila euro le ‘mazzette’ intascate da Paolino Iorio, direttore generale di Sogei, società in house controllata dal Mef, arrestato lunedì sera a Roma per corruzione e turbativa d’asta durante uno scambio di denaro, 15mila euro, con un imprenditore. Iorio è stato ascoltato dai pm capitolini Lorenzo Del Giudice, fornendo una sua versione dei fatti. Secondo l’accusa, gli incontri con l’imprenditore avvenivano due volte al mese, ma le cessioni di denaro, iniziate intorno a febbraio 2023, non sarebbero avvenute tutte le volte che i due si vedevano. Per comunicare, Iorio utilizzava un cellulare ad hoc che l’imprenditore gli aveva fornito.
I pm chiedono dell’arresto con l’emissione di una misura cautelare e a breve sarà fissata l’udienza di convalida. Dopo le perquisizioni di ieri c’è ora un’ “enorme mole di dati e documenti” al vaglio dei magistrati di Roma titolari dell’inchiesta. Tra gli indagati che sono stati perquisiti c’è anche Andrea Stroppa, referente in Italia di Elon Musk, al quale sono stati sequestrati cellulari e device che ora verranno analizzati. Stroppa in particolare è accusato di concorso in corruzione per avere ricevuto da un militare della Marina, anch’egli indagato, un documento interno della Farnesina.
Il militare “inoltrava a Stroppa il documento “del Ministero degli Affari Esteri redatto a margine di una riunione tenutasi in data 29 agosto scorso – si legge nel capo di imputazione – alla quale” l’indagato “prendeva parte in virtù del proprio-ruolo di Ufficiale della Marina Militare in forza al VI Reparto dello Stato Maggiore Difesa” e “avente ad oggetto la valutazione del progetto finalizzato all’impiego con scopi militari prima e dual use dopo, delle tecnologie satellitari fornite dall’azienda americana Space X”.
L’imprenditore e Iorio sono stati bloccati in flagranza di reato ieri sera dalla Guardia di Finanza mentre avveniva la cessione di circa 15 mila euro, denaro poi posto sotto sequestro. “I finanzieri del Comando Provinciale di Roma, su disposizione della Procura hanno dato esecuzione a un decreto di perquisizione locale, domiciliare e di contestuale sequestro nei confronti di alcuni Pubblici Ufficiali e imprese, per ipotesi di corruzione e turbata libertà degli incanti nell’ambito di diverse procedure di appalto/affidamento in materia di informatica e telecomunicazioni, bandite da Sogei Spa., dal Ministero dell’Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza, dal Ministero della Difesa e dallo Stato Maggiore della Difesa“, ha reso noto la Procura di Roma. L’operazione ha impegnato anche il nucleo di polizia Valutaria della Guardia di Finanza.
Tra i soggetti economici interessati dalle perquisizioni figurano, in quanto sottoposte ad accertamenti ai fini della responsabilità amministrativa degli enti di cui al Decreto Legislativo n. 231/2001, le società quotate Digital Value Spa e Olidata Spa. “Sogei esprime piena fiducia nella magistratura, a cui sta prestando totale supporto, e si dichiara indiscutibilmente estranea ai fatti. Ove i fatti contestati fossero acclarati in maniera definitiva l’azienda si dichiarerà parte lesa e si tutelerà nelle sedi competenti”, si legge in una nota della società.