Polanco: “Berlusconi è morto, come è possibile?”. A oltre 13 anni dal processo si ricomincia senza alcuni pezzi perché sono prescritti.
Roma – Le serate di Arcore sembravano un lontano ricordo, sorpassato anche dalla morte di Silvio Berlusconi. Eppure non è finita. Il caso Ruby continua con i suoi strascichi. La Cassazione ha infatti ordinato un nuovo processo alle venti giovani inquisite dalla procura milanese per falsa testimonianza in seguito ai processi a carico del Cavaliere per le serate di Arcore. Berlusconi venne assolto da tutte le imputazioni ma i pm milanesi scelsero di punire le giovani “Olgettine” accusandole di avere mentito in aula quando negarono di avere assistito a situazioni licenziose durante le feste del sabato a Villa San Martino.
“Non è ancora finita. Berlusconi è morto ma adesso il processo è mio. Pensavo non andasse così, lui è assolto e io rischio di essere condannata, come è possibile?”. E’ la reazione di Marysthelle Polanco, una delle
ragazze ospiti alle cene di Arcore, alla riapertura del caso Ruby ter dopo la pronuncia della Cassazione. Il suo legale, Andrea Cassamagnaghi, afferma: “Non sono mai stato così desideroso come oggi di leggere le motivazioni. A oltre tredici anni dai fatti si ricomincia: senza alcuni pezzi, perché sono prescritti, e senza il presunto corruttore Berlusconi che è morto dopo essere stato assolto e l’assoluzione per lui è definitiva”. Anche le 20 ragazze, compresa Kharima El Mahroug “Ruby“ vennero assolte poi a Milano: secondo i giudici del capoluogo lombardo quando vennero interrogate in realtà erano già sotto inchiesta, pertanto avrebbero avuto diritto a venire sentite alla presenza di un difensore.
La procura milanese ha impugnato quella decisione e adesso la Suprema Corte torna a oltre 13 anni di distanza dai fatti a dargli ragione. Si terrà dunque un processo che riguarda le ragazze ma, di fatto, porterà di nuovo a scavare nella vita di Berlusconi morto ormai da un anno e mezzo. Nel dispositivo della decisione della Cassazione, si legge che viene annullata senza rinvio la sentenza impugnata nei confronti di Ioana Amarghioale, Lisney Barizonte, Francesca Cipriani, Concetta ed Eleonora De Vivo, Karima El Mahrough, Barbara Faggioli, Manuela e Marianna Ferrera, Maria Esther Garcia Polanco, Barbara Guerra, Luca Risso (ex compagno di Ruby), Raissa Skorkina, Alessandra Sorcinelli, Silvia Trevaini, Iona Visan, Aris Leida Espinosa, Giovanna Rigato, Elisa Toti, Miriam Loddo, Roberta Bonasia per la prescrizione del reato di falsa testimonianza.
La stessa sentenza del Tribunale di Milano che aveva assolto tutti viene annullata con rinvio per il reato di corruzione in atti giudiziari per Ioana Amarghioale, Lisney Barizonte, Iris Berardi, Francesca Cipriani, Concetta ed Eleonora De Vivo, Karima El Mahrough, Barbara Faggioli, Manuela e Marianna Ferrera, Maria Esther Garcia Polanco, Barbara Guerra, Luca Giuliante (il primo avvocato di Ruby), Raissa Skorkina, Alessandra Sorcinelli, Silvia Tevaini, Iona Visan, Aris Leida Espinosa, Giovanna Rigato, Giovanna Rigato, Elisa Toti, Miriam Loddo e Roberta Bonasia.
La stessa Ruby, in un lungo articolo pubblicato sul New York Times ripercorre le tappe del caso soprannominato “Bunga Bunga” che vide coinvolto il fondatore di Forza Italia, accusato di prostituzione minorile e concussione. La donna, che attende la prossima udienza, spera di poter mettere fine a questa lunga vicenda. “Ha incasinato la mia vita”, ha detto al New York Times. El-Mahroug ha raccontato di aver partecipato alle feste di Berlusconi e di aver ricevuto circa 40.000 euro e gioielli, ma nega di aver infranto la legge. Per la donna il suo comportamento fu il risultato di un’infanzia e di una situazione economica difficili, spiegando di aver rilasciato dichiarazioni false all’epoca anche perché “si sentiva disperata per l’attenzione dei media”.
Le persone si sono sentite “autorizzate a insultarmi violentemente sui social media”, ha aggiunto. E non risparmia nemmeno gli avversari politici dell’ex presidente del Consiglio. “Mi hanno ucciso per arrivare a lui”, ha detto. Karima el-Mahroug si è detta anche contraria al fatto che i processi portino il suo nome, aggiungendo che avrebbero dovuto invece portare quello di Berlusconi perché “è stato lui il creatore di tutto questo”. Il processo è a carico di 28 imputati accusati di falsa testimonianza e corruzione in atti giudiziari. Le difese saranno impegnate nella replica all’intervento della scorsa udienza del procuratore generale Roberto Aniello, che aveva chiesto l’annullamento della sentenza di assoluzione pronunciata il 15 febbraio 2023 anche nei confronti di Berlusconi, poi deceduto.
All’epoca, quando il Cavaliere fu scagionato dalle accuse, il centrodestra si mobilitò per evidenziare la macchina del fango usata nei suoi confronti: “L’assoluzione di Berlusconi è una bellissima notizia che gli rende giustizia. Non avevo alcun dubbio sulla sua innocenza. La comunità di Forza Italia festeggia il suo leader”, aveva scritto il vicepremier e ministro Antonio Tajani su Twitter. Anche il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, aveva commentato l’assoluzione di Berlusconi in una nota: “La sentenza conferma l’infondatezza delle accuse nei confronti del presidente, sulla cui condotta non abbiamo mai avuto dubbi. La giustizia ha messo finalmente la parola fine ad una vicenda assurda, ma resta l’amarezza per il calvario giudiziario di questi interminabili undici anni”.
Ora che il Cavaliere non c’è più, il fantasma dei processi e dei magistrati che sono stati protagonisti di quegli anni quanto lui, torna a materializzarsi.