Senato, passa ddl intercettazioni: tetto di 45 giorni. Zanettin “Non fieri di inchiesta Toti”

Italia Viva vota con la maggioranza, protestano le altre opposizioni. Scarpinato: “Toghe riescono lo stesso a scoprire i casi di corruzione”.

Roma – Passa nell’Aula di Palazzo Madama, con 83 sì, 49 no e 1 astenuto il disegno di legge di Pierantonio Zanettin (FI) che fissa un termine di 45 giorni alle intercettazioni. Il provvedimento, fortemente contestato dalle opposizioni, ad eccezione di Italia Viva che vota a favore del testo insieme alla maggioranza, passa ora alla Camera. Ma Zanettin, coglie l’occasione per mostrare tutta la sua sorpresa per l’intervista rilasciata oggi dal Procuratore di Genova “in cui dichiara che la sua inchiesta sul presidente Toti non si sarebbe potuta concludere se fossero state in vigore le norme che oggi proponiamo”. E ha aggiunto che si sarebbe aspettato questa critica dal titolare di una inchiesta esemplare che abbia portato “risultati eclatanti di cui andare particolarmente fieri”.

“Non mi pare proprio il caso della inchiesta di Genova – aggiunge Zanettin – il cui bilancio dopo tre anni di intercettazioni e 20 terabyte di dati digitali acquisiti al fascicolo processuale hanno portato a 1.500 ore di lavori socialmente utili. Un risultato di cui una procura non deve andare particolarmente orgogliosa. Siamo davvero sicuri che quella è un’indagine da portare ad esempio? Ne valeva davvero la pena? A meno che l’obiettivo della procura non fosse la condanna penale, esito normale di un procedimento giudiziario, ma piuttosto il ricambio ai vertici della Regione, nel qual caso però la procura avrebbe commesso un
evidente abuso di diritto, di cui dovrebbe semmai vergognarsi”, ha detto ancora il parlamentare “padre” del ddl approvato.

Pierantonio Zanettin

L’atmosfera si scalda con il caso Toti. “Questo Ddl è un atto politico destinato a indebolire gravemente la capacità dello Stato di garantire un efficace contrasto alla criminalità, – ha detto il senatore M5S Roberto Scarpinato – con gravi ricadute sulla qualità della convivenza civile. Il governo Meloni e la maggioranza vogliono smantellare selettivamente uno dietro l’altro tutti gli anticorpi, tutti i presidi dello Stato contro il dilagare della criminalità dei potenti. Nonostante la polvere negli ingranaggi che questa maggioranza ha messo nella macchina giudiziaria in due anni, le cronache giudiziarie dimostrano come, pur perdendo colpi, la magistratura riesca ancora a portare alla luce una sequenza impressionante di casi di corruzione e di malaffare. E allora ecco l’accelerazione sulla separazione delle carriere e il colpo finale alle intercettazioni, l’unico mezzo di prova in grado di perforare lo scudo di omertà e di complicità che caratterizza l’attività illegale dei ceti superiori”.

Poi Scarpinato fa un nuovo affondo: “La maggioranza stabilisce che per reati gravissimi come stragi, omicidi plurimi, femminicidi, rapine ed estorsioni aggravate, traffico di organi e tanti altri reati, la magistratura può indagare per due anni e, tuttavia, dopo appena quarantacinque giorni se non ha la sorte di acquisire in tale manciata di giorni elementi specifici e concreti, deve staccare la spina delle intercettazioni e proseguire le indagini per gli altri ventidue mesi solo con gli stessi mezzi che si utilizzavano prima dell’era tecnologica. Viene da chiedersi come vi giustificherete domani quando di fronte a gravi omicidi, stragi, femminicidi, violenze di gruppo, rapine a mano armata, la magistratura dovrà deporre le armi e dichiarare forfait perché dopo quarantacinque giorni ha dovuto staccare la spina delle intercettazioni. Cosa direte alle vittime e ai loro parenti?“.

Sul piede di guerra anche il senatore Pd Walter Verini che attacca: “La giustizia che vuole la destra è da palinsesto televisivo: anti-rave e anti-imbrattatori, il decreto Cutro, pene spropositate per manifestazioni e perfino contro la resistenza passiva nelle carceri. Per non dimenticare la non obbligatorietà del differimento della pena per le donne incinte e le madri di bambini fino a un anno di età. Altro che garantismo: è una linea “manettara” che si contrappone alla reale necessità di affrontare le sacche di disagio, le grandi questioni sociali, le marginalità spesso legate a fenomeni di criminalità. E dentro questa strategia – e questa è l’aggravante – c’è anche il tentativo di delegittimazione della magistratura, secondo un disegno ormai esplicito volto a metterne a rischio indipendenza, autorevolezza, autonomia”.

Per la senatrice FdI Giovanna Petrenga invece, con questo disegno di legge si “pone riparo al prolungato uso dello strumento delle intercettazioni. Un utilizzo che – oltre i tempi necessari ed indispensabili – genera, talvolta, effetti pregiudizievoli per gli indagati, sottoposti a procedimenti penali lunghi che si chiudono, spesso, con archiviazioni o sentenze assolutorie emesse a distanza di anni. Come è stato più volte ribadito, i numeri resi noti dal ministro della Giustizia Nordio parlano da sé: in Italia le intercettazioni superano di quattro volte quelle eseguite in Francia e di quaranta quelle svolte in Inghilterra. In sostanza, questo strumento ha trasformato il nostro in un Paese di intercettati”.

E ancora, il leader di Iv Matteo Renzi: “Non dico che chi contesta il termine dei 45 giorni” per le intercettazioni “ha torto e gli altri ragione. Io non posso accettare che si faccia passare, nelle più alte
sedi democratiche del Paese, il messaggio che chi accetta di mettere dei limiti sulla base dei valori costituzionali e delle decisioni della Cassazione sia uno che abdica di fronte alla criminalità”. Per Renzi “non è criminale dire che ci vogliono dei limiti nel tempo dell’infosfera dei diritti. Il tema del rispetto dei diritti è un tema di diritti umani. Chi chiede di mettere dei limiti alle intercettazioni non sta facendo un regalo alla criminalità sta difendendo la Costituzione della Repubblica italiana”. Chiude la polemica la senatrice M5S
Ada Lopreiato, capogruppo in commissione Giustizia, che afferma: “In base a questo ddl il pubblico ministero
non potrà fare intercettazioni per più di quarantacinque giorni. Ma a questo punto non sarebbe stato meglio abolirle tout court?”.

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