Udine, bazar cinese capofila di una rete di imprese fantasma per truffare il Fisco

Gli investigatori della Gdf hanno accertato omessi versamenti per un milione di euro. Il sistema alimentato da fatture su operazioni inesistenti utili ad abbassare l’imponibile fiscale.

Udine – Partendo da una verifica fiscale su un bazar della provincia di Udine, i finanzieri di Palmanova hanno imbastito un’indagine che ha svelato l’esistenza di una rete imprenditoriale formata da cittadini cinesi che faceva sistematico ricorso all’emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Le risultanze emerse dall’analisi delle banche dati del Corpo, confrontate con i controlli incrociati svolti dalle Fiamme gialle su scala nazionale e indirizzati a clienti e fornitori del bazar udinese, hanno confermato i sospetti dei finanzieri.

E’ così emerso un complesso sistema fraudolento finalizzato all’occultamento della base imponibile, attraverso l’uso di 28 imprese, prive di reali strutture imprenditoriali, come immobili o risorse adeguate, e sproporzionate rispetto al volume delle operazioni simulate.

Le operazioni fittizie, che non prevedevano il reale passaggio delle merci nonostante la documentazione ufficiale, servivano a mascherare la natura illecita delle attività attraverso l’uso di società fantasma o cartiere. Questo meccanismo permetteva di emettere fatture per operazioni inesistenti a beneficio di soggetti economici compiacenti, riducendo così la base imponibile e facilitando la successiva evasione fiscale.

L’attività ispettiva ha portato all’identificazione di 28 imprese cartiere operanti in tutto il territorio nazionale, e all’emersione di un imponibile di circa 2 milioni di euro sottratti al fisco, oltre a circa 1 milione di euro di omessi versamenti. Sono state denunciate 2 persone.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa