Covid, la protesta dei familiari delle vittime: “La loro dignità lesa anche da morti”

Il Comitato in commissione d’inchiesta sulla pandemia: “Non abbiamo potuto fare il funerale. Forse il virus usciva dal morto e dalle bare?”

Roma – “Con il Covid ci è stata rubata la dignità, anche da morti. Cosa c’è di umano nel vietare di vedere il proprio parente morto? Non sappiamo nemmeno chi c’era dentro la bara”. Lo ha detto Sabrina Gualini, presidente del Comitato nazionale familiari vittime Covid, ascoltata in Commissione d’inchiesta Covid.

“Non abbiamo potuto fare il funerale – ha ricordato Gualini – Forse il virus usciva dal morto e dai sigilli delle bare contagiava i presenti? I giornalisti potevano entrare nelle rianimazioni, riprendevano pazienti pronati, immagini che insieme ai bollettini aumentavano paura e solitudine. Noi invece non potevamo visitare i nostri parenti, perché si diceva che il virus lo si portava dall’esterno. Eppure molti di noi piangono un parente negativo all’ingresso in ospedale o Rsa per poi ritrovarsi dopo diverso tempo positivi. La madre di un nostro associato – ha denunciato la presidente – è stata fatta uscire dalla struttura quando già era con polmonite avanzata, poi è morta in 6 giorni”.

“Abbiamo – ha continuato Gialini – un caso di chi è andato in ospedale per sospetta diverticolite al colon ed è morto di Covid. Per non parlare delle infezioni nosocomiali. Sono stati classificati morti Covid quei casi di decesso che i consulenti medico legali collegano agli alti flussi di ossigeno, che hanno creato danni. Abbiamo chat tra ricoverati e parenti surreali”.

“Dopo l’allegra estate 2020 – ha continuato – allietata anche dal bonus vacanze, quando ci dicevano che eravamo pronti a una seconda ondata, abbiamo visto cose terribili, al centrosud quella è di fatto stata la prima ondata. In Puglia un 45enne viste le precarietà assistenziali dell’ospedale scrive alla giovane moglie ‘non lasciarmi morire in questo Pronto Soccorso’. Non aveva nemmeno un campanello per suonare, non aveva da bere. Ci chiediamo a cosa sia servito l’incremento tariffario per degenza in area medica Covid o in terapia intensiva, se poi i diritti del malato e della persona non sono stati granchè rispettati. I medici erano spesso neolaureati. La famosa ‘prescrizione’ paracetamolo e vigile attesa si riscontra nella prima ondata ma anche nella seconda, anche nel 2022. Vigile attesa finché non ti aggravi“, ha concluso.

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