Dalla malattia di Santelli e Bucci al “bollino blu” per i professionisti: la morale di Morra

L’ex presidente della Commissione Antimafia candidato in Liguria perde il pelo ma non il vizio: le polemiche sulle sue dichiarazioni.

Roma – Per sua stessa ammissione è “politicamente scorretto”. Lo disse quando scoppiò la bufera per le sue parole dopo la scomparsa di Jole Santelli. Nicola Morra, ex presidente della Commissione Antimafia silurato dai grillini che lo avevano creato, non ha imparato la lezione. Sulla presidente della Regione Calabria morta di tumore 8 mesi dopo l’elezione, il 15 ottobre 2020, disse: “Sarò politicamente scorretto, era noto a tutti che la presidente della Calabria Santelli fosse una grave malata oncologica. Umanamente ho sempre rispettato Santelli, politicamente c’era un abisso. Se però ai calabresi questo è piaciuto, è la democrazia, ognuno dev’essere responsabile delle proprie scelte”.

Già, ognuno deve essere responsabile anche delle proprie parole, che hanno un peso. Morra dopo la polemica di 4 anni fa insiste, anche se lui stesso ha detto di essere “caduto nel tranello” del giornalista che lo aveva intervistato sulle elezioni regionali in Liguria. Oggi l’ex pentastellato genovese, trapiantato in Calabria, in Parlamento per 9 anni, è candidato governatore in Liguria con la lista Uniti per la Costituzione. Ed è tornato sul cavallo di battaglia della malattia, prendendo di mira il sindaco Marco Bucci, candidato alla guida della Regione per il centrodestra che ha “un tumore metastatico, con il quale non si scherza”.

Nicola Morra e la polemica sulla malattia di Jole Santelli

E come fece quando morì Jole Santelli torna a parlare dei malati oncologici in modo quanto meno inopportuno. “Lo vedo tonico in questa campagna elettorale, ma come dissi per la povera Jole Santelli in Calabria, gli elettori liguri devono essere consapevoli che stanno votando una persona malata che potrebbe non terminare il mandato”. Frasi choc che hanno unito in un coro polemico destra e sinistra che lo hanno bollato come “sciacallo”. Lui ha reagito: travolto dagli insulti social, Morra ha replicato. “Ho avuto la possibilità di sapere, telefonicamente, che sul Foglio è apparso un articolo in cui mi sono attribuite tesi che non sono per nulla mie con un titolo assolutamente immorale”.

Lo dice in una diretta Facebook commentando il titolo che accompagna la sua intervista al Foglio “Bucci come Jole – Come Santelli ha un tumore: i cittadini ne siano consapevoli”. “Mi viene attribuita una sorta di avversione nei confronti dei malati oncologici e di conseguenza anche del sindaco Bucci. Sappiate che questo è quanto di più lontano prova Nicola Morra. Mi hanno teso un tranello” si difende l’ex presidente della Commessione Antimafia. Ma intanto la ridda di polemiche si è scatenata. Come quando, nel 2018 voleva istituire un ‘bollino blu’ per gli appartenenti agli ordini professionali, che certificasse la loro moralità. Proposta che aveva portato disapprovazione in alcuni colleghi in Commissione, tra cui l’allora capogruppo di Forza Italia Luigi Vitali, che con una battuta si è chiesto se il bollino blu non servisse per le banane.

Le parole di Morra su Marco Bucci

Anche in questo caso il grido di opposizione contro le sue idee si era levato corale. Scopo del ‘bollino blu’, secondo Morra, agevolare il riconoscimento dei professionisti che durante la propria attività non hanno subito contaminazioni da parte della criminalità organizzata, garantendo così “un controllo di filiera etica che possa rappresentare una certificazione di moralità”. L’idea del marchio di qualità per le professioni ( ma anche l’istituzione di una Commissione ad hoc sulla Trattativa Stato- mafia o sulla massoneria) era stata lanciata in via non ufficiale. Il grillino Davide Aiello, allora componente della Commissione antimafia, aveva affermato che il tema del ‘ bollino blu’ “non è stato oggetto di discussione in Commissione”.

Ma intanto la bufera era scoppiata anche lì: tra le tante reazioni al bollino della moralità c’era stata quella del Movimento Forense, secondo cui “Dopo Davigo e Di Matteo anche Morra ritiene che gli avvocati, come per Erdogan, siano un intralcio alla giustizia“; e aveva lanciato un appello agli avvocati che siedono in Parlamento di prendere congiuntamente le distanze” dalla proposta. Il presidente della sezione catanzarese di Movimento Forense Vittorio Ranieri era stato ancora più tranchant: “L’uscita del senatore Morra è preoccupante. Se il suo unico fine era quello di cavalcare il populismo giudiziario, penso che gli stessi elettori dei cinquestelle ne siano stufi. L’avvocatura è l’ultimo baluardo dei diritti dei cittadini, non di certo un intralcio. Se non lo capisce se lo faccia spiegare dai suoi collaboratori”.

Le schermaglie tra Silvio Berlusconi e il M5S

Di certo per ogni azione o uscita di Nicola Morra la forza delle sue parole ha scatenato – e continua a scatenare – lo stesso impatto. Il senatore di FdI Lucio Malan nella bufera delle frasi su Jole Santelli aveva sottolineato la “miseria morale delle parole di Morra, purtroppo presidente della commissione Antimafia che fa venire il voltastomaco. Secondo lui non si deve votare per chi ha una malattia, specie se potenzialmente grave: una sorta di razzismo sanitario da SS della politica“. C’è però una “frase della sua infame farneticazione che è condivisibile, – aveva aggiunto Malan – quando dice che politicamente fra lui e Jole Santelli c’è un abisso. È verissimo: da una parte una donna che si è battuta per anni per lo Stato di diritto, per la civiltà processuale e per il bene dei calabresi, sempre con decoro, stile, competenza e dignità; dall’altra un uomo che ostenta un moralismo abietto e strumentale usando spudoratamente la cronaca per la sua carriera politica“.

E ancora le schermaglie con Silvio Berlusconi, per il quale le parole di Nicola Morra su Santelli erano “un esempio di quello che la politica non deve essere, del tipo di politica che noi non vogliamo. Mi attendo che tutte le forze responsabili, – disse – anche della maggioranza, ne prendano subito le distanze“. Non era la prima volta che c’era un duello tra il Cavaliere e l’ex pentastellato. “E’ gente che non ha mai fatto nulla nella vita: nella mia azienda li prenderei per pulire i cessi”, aveva detto Berlusconi parlando del M5S. In quel caso Morra aveva risposto via tweet “Meglio vivere onestamente, magari grazie al ‘pulire i cessi’, piuttosto che accordarsi con la #Mafia. Capito, Silvio?”. Morra, colui che con i suoi ex compagni di partito voleva aprire la famosa scatoletta di tonno, continua invece a servire “polpette avvelenate” di inutili e sterili polemiche.

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