Le critiche dei penalisti per la scelta, Md esprime riserve e il Partito Democratico annuncia una interrogazione parlamentare.
Roma – All’indomani della nomina del consigliere Riccardo Turrini Vita come Garante nazionale dei detenuti sono in molti a polemizzare con il ministro della Giustizia Carlo Nordio che lo ha proposto e che ha ottenuto il via libera dal Consiglio dei Ministri. Mentre il Cdm avvia la procedura di nomina, l’Unione Camere penali denuncia che la figura di Turrini stride “con il ruolo e le funzioni attribuite, per legge, al Garante”. Magistratura Democratica esprime “riserve” e il Partito Democratico, bollando la nomina come “fuorilegge” annuncia una interrogazione parlamentare. Ed è bufera. La polemica inizia con una nota dell’Unione camere penali.
“La designazione a capo dell’ufficio del Garante nazionale per i diritti dei detenuti, individuato nella persona del dottor Turrini Vita, già magistrato e figura dirigenziale apicale del Dap da oltre vent’anni, stride, in maniera troppo evidente, con il ruolo e le funzioni attribuite, per legge, all’autorità di garanzia dei diritti delle persone detenute”, rileva in un documento l’Osservatorio carcere dell’Ucpi. “Auspicavamo – si legge nel documento – una celere ricomposizione dell’ufficio del Garante nazionale dei diritti delle persone private della Libertà personale dopo la scomparsa improvvisa di Maurizio d’Ettore, consapevoli della necessità di avere, da subito, la ricostituzione di un organismo importante in un momento così difficile, se non drammatico, in cui si trovano le carceri italiane.
Anche stavolta, però, dicono i penalisti, “nel ‘fare presto’, le logiche tutte interne alle segrete stanze ministeriali, condizionate da una errata visione prospettica, mal si conciliano con il ‘fare bene'”. E ancora: “Sapevamo bene, come più volte denunciato, che sull’ufficio del Garante dei detenuti grava un vizio di origine determinato dalla incongrua scelta di prevederne l’indicazione e la nomina in capo al Consiglio dei ministri su proposta del ministro della Giustizia, scelta voluta dall’allora Guardasigilli Andrea Orlando – ricorda l’Osservatorio carcere dell’Ucpi – a scapito di quella più naturale di elezione della figura di garanzia, indipendente e terza rispetto all’amministrazione penitenziaria, attraverso il coinvolgimento di una maggioranza parlamentare qualificata”.
Nel caso specifico, si sottolinea ancora nel documento, “siamo in presenza di un dirigente apicale, ancora oggi, del Dap che, a partire da domani, dovrà guidare l’ufficio del Garante, indipendente da ogni potere, in una attività di monitoraggio, ispezione e controllo di tutti i luoghi di privazione della libertà per ‘individuare eventuali criticità’, ‘risolvere quelle situazioni che generano occasioni di ostilità o che originano reclami proposti dalle persone ristrette’, redigere ‘un rapporto contenente osservazioni ed eventuali raccomandazioni’ alle autorità competenti, per come si legge sul sito istituzionale nella mission del Garante”.
Anche Magistratura Democratica esprime “riserve” per la nomina di Turrini Vita. Secondo l’associazione dei magistrati progressisti, “a prescindere dalla persona, la cui conoscenza del mondo del carcere è fuori discussione, esiste una delicata questione di rispetto della legge”. “Turrini Vita, infatti, lavora al Ministero della Giustizia, amministrazione sulla quale come Garante nazionale dovrebbe esercitare il suo ruolo di controllore indipendente. Le norme precisano che i componenti del Collegio dei garanti devono essere ‘scelti tra persone, non dipendenti delle pubbliche amministrazioni’ (art. 7 dl 146 del 2013)”, rileva Md.
“Rimaniamo perplessi davanti a una nomina che, indipendentemente dalle qualità della persona, rischia di minare il principio di autonomia strutturale e funzionale dell’Autorità garante. In un momento storico, peraltro, in cui le annose problematiche del carcere si sono trasformate in dramma e tragedia quotidiani”, conclude la nota.
Il Partito Democratico critica apertamente la nomina di Riccardo Turrini Vita evidenziando una “palese incompatibilità che la rende fuorilegge”. Secondo quanto dichiarato in una nota dalla responsabile nazionale giustizia del Pd, Debora Serracchiani, insieme ai capigruppo delle commissioni Giustizia di Camera e
Senato, Federico Gianassi e Alfredo Bazoli, e della commissione bicamerale Antimafia, Walter Verini, “la legge che istituisce la figura del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale è molto chiara. Essa prevede che i membri siano scelti tra persone che non sono dipendenti delle pubbliche amministrazioni e che garantiscano indipendenza e competenza nelle discipline relative ai diritti umani”.
“Non entriamo nel merito del curriculum e delle competenze di Turrini Vita – sottolineano i dem – ma il suo status di dipendente pubblico costituisce una palese violazione, configurando la scelta del ministro Nordio come un’azione contra legem che compromette la terzietà e l’indipendenza richiesta per un incarico così importante e delicato. Per questo faremo una interrogazione. Su terzietà, imparzialità e inopportunità
della nomina, ci siamo gia’ espressi”.
Agli attacchi replica il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, durante una conferenza stampa di FI sulla situazione delle carceri in Italia: “Il ministro Nordio ha inteso nominare Turrini Vita, che ha tutti i requisiti, esperienza, competenza e capacità: questi sono i primi requisiti per riempire un vuoto, e dobbiamo augurargli buon lavoro nell’interesse dei detenuti”. Marco Perduca, ex senatore e coordinatore per l’associazione Luca Coscioni delle iniziative per il diritto alla salute nelle carceri ha commentato: “la nomina di Riccardo Turrini Vita è del tutto inopportuna perché si tratta di un funzionario dello Stato che per 20 anni ha
lavorato per l’amministrazione penale. A parte aver scelto nuovamente un uomo per quella carica, con quale indipendenza o terzietà potrà garantire il pieno rispetto dei diritti umani di chi è ristretto a partire dal diritto alla salute?”.