Secondo i pm il professore avrebbe commesso gli abusi durante una visita. Il legale: “No a condanne mediatiche prima del processo”.
Roma – Era diventato un volto noto durante il Covid, grazie ai consigli dispensati per far fronte alla pandemia. Ma ora il professore Luca Richeldi, primario di pneumologia del Policlinico Gemelli di Roma, torna alla ribalta delle cronache per un altro fatto. Accusato di violenza sessuale ai danni di una paziente, è stato rinviato a giudizio. In apertura dell’udienza preliminare è stata resa nota la decisione del presidente del tribunale che non ha accolto la richiesta di astensione del gup avanzata dai difensori del medico. Negli scorsi mesi il giudice aveva già respinto due richieste di patteggiamento, ritenute non congrue.
Oggi il gup ha disposto il rinvio a giudizio per il professore fissando il processo davanti alla prima sezione penale per il prossimo 3 giugno. In tribunale era presente anche la parte offesa, assistita dall’avvocata Ilenia Guerrieri. A difendere il primario invece ci saranno gli avvocati Carlo Bonzano e Ilaria Basanti che, dopo la notizia del rinvio a giudizio, hanno chiesto che non venissero mosse condanne mediatiche nei confronti dell’assistito, che è anche professore ordinario all’Università Cattolica. Bonzano, nello specifico, ha dichiarato: “Mi pare si sia deciso di dare a questa vicenda per via mediatica una dimensione diversa da quella che le è propria sul piano giudiziario“.
Secondo l’accusa il medico avrebbe “costretto” una sua paziente “a subire atti sessuali”, con “violenza consistita nella repentinità dei gesti che non lasciavano alla vittima alcun margine di reazione” e con “l’aggravante di aver commesso il fatto con abuso di relazione di prestazione d’opera”, posto che “la vittima si era recata a visita dallo stesso, suo medico di fiducia”. Fatti che sarebbero avvenuti il 13 aprile del 2022. Ma il medico tramite i suoi difensori ha sempre respinto le accuse: “L’ipotesi accusatoria contestata al professor Richeldi si limita a poco più di un tentativo di bacio. Inoltre, tale ipotesi accusatoria, già smentita dal professor Richeldi, non è supportata da prove“, aveva affermato nelle scorse udienze l’avvocata Ilaria Barsanti.
Sul tavolo della della Procura ci sono la denuncia presentata dalla donna, gli atti della Squadra Mobile della Questura, alcune chat whatsapp, una relazione psicologica della presunta vittima. “Sta di fatto che vi è un unico dato certo ed inconfutabile: il giudizio deve ancora iniziare, inizierà il 3 giugno 2025. Almeno per quanti credono nella giustizia, è davvero troppo presto per pronunciare condanne mediatiche”, sottolinea il professor Carlo Bonzano.