Neonati sepolti, Samuel: “Mai visto la pancia”. La Procura chiede il carcere per Chiara

L’ex fidanzato della 21enne accusata di omicidio premeditato e soppressione di cadavere a Le Iene: “Era come se avesse una maschera. Aveva paura del giudizio degli altri. Ma se avesse voluto tenerli, non mi sarei tirato indietro”.

Parma – “Non si notava nulla: né il seno, né la pancia, né il corpo. Nemmeno nei suoi comportamenti. Era come se indossasse una maschera”. Così si è espresso Samuel, l’ex fidanzato di Chiara Petrolini, la 21enne accusata di aver seppellito due neonati nel giardino della sua abitazione a Traversetolo, durante un’intervista esclusiva con Le Iene. Il giovane cerca di rispondere alla domanda che tutti si pongono, cioè come ha fatto a non accorgersi di nulla: “Non riesco a capire come sia potuto succedere. Lei mi diceva che prendeva la pillola”, dice.

Il ragazzo ai microfoni della trasmissione non si dà pace:

“Vorrei dare una spiegazione a chi non riesce a farsene una. Il primo bacio con Chiara è stato in discoteca, ma ora quel ricordo è offuscato. Prima che tutto accadesse, era lei a mantenere la rotta nella nostra relazione. Ciò che ha fatto è completamente in contrasto con la persona che era per me. Era l’opposto di chi è diventata. La domanda che tutti si pongono è: come potevo non accorgermene? Lei si comportava in modo del tutto normale, non cambiava mai. Dal momento in cui ci siamo messi insieme fino alla fine, non l’ho mai vista diversa o star male. Non si notava nulla, né nel suo aspetto né nei suoi comportamenti. Era come se indossasse una maschera”.

E ancora:

“Ho ripensato a tutto quello che ha detto, e ancora non torna. Non riesco a spiegarmi come sia successo. Diceva che prendeva la pillola, ma poi ha iniziato a dire alle sue amiche che aveva smesso, senza però dirmelo. Quando hanno trovato il primo bambino, mi ha inviato un messaggio: ‘Hanno trovato un bambino a casa mia. Siamo scioccati’. Io trovavo tutto strano, ma non riuscivo a collegarlo a lei. Poi sono stato contattato dai carabinieri. Ancora oggi faccio fatica a realizzare”.

Le ultime battute dell’intervista Samuel le dedica a cercare di capire il perché Chiara di quelle due gravidanze non ha mai voluto parlare con nessuno:

“Non abbiamo mai parlato di bambini, nemmeno per scherzo. Non era nei miei piani, ma se fosse successo, avrei accettato la cosa. Secondo me, perché l’ha fatto? Per paura del giudizio degli altri. Teneva molto all’opinione altrui. Se avesse voluto tenerli, non mi sarei tirato indietro. Ora, riguardo a lei, mi sento vuoto”.

Già settimana scorsa Samuel aveva parlato per bocca del suo avvocato Monica Moschioni, esprimendo i suoi sentimenti e il suo stato d’animo dopo il “film terribile” – così lo ha definito il 21enne – che lo ha investito sconvolgendo la vita sua e dell’intero paese, teatro suo malgrado di una vicenda-choc che ha sconvolto tutti. “Non ho ancora realizzato cosa sia successo. E soprattutto non so più chi ho conosciuto, chi era Chiara”, aveva detto il giovane. Aggiungendo che appena le procedure lo permetteranno, si attiverà “per riconoscere i miei bambini, dar loro un nome e organizzare una cerimonia“ di sepoltura. I due neonati avranno quindi un nome e una registrazione anagrafica, con data di nascita e di morte. E contrariamente a quanto voleva Chiara, non saranno consegnati al silenzio e all’oblio.

La Procura di Parma, intanto, ha presentato appello al Tribunale del Riesame di Bologna contro la decisione del gip di porre Chiara ai domiciliari, per chiedere che il seppellimento del 7 agosto 2024 venga qualificato come soppressione di cadavere (reato più grave del semplice occultamento di cadavere) e per tutti i reati ipotizzati (omicidio volontario aggravato del 7 agosto; soppressione di cadavere aggravato del 7 agosto; soppressione di cadavere aggravato del 12 maggio 2023) sia applicata la custodia cautelare in carcere.

Il 19 settembre il Gip aveva rigettato la richiesta di misura cautelare in relazione al reato di soppressione di cadavere riferito all’episodio del 7 agosto, ritenendo il meno grave reato di occultamento di cadavere e aveva disposto gli arresti domiciliari per i reati di omicidio volontario aggravato e di soppressione di cadavere. Nessuna richiesta cautelare era stata invece presentata per la morte del bambino del 12 maggio 2023.

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