La Sardegna? Pronta ad avere il suo (aero)spazio nel mondo

Le prospettive dell’Isola al centro della terza giornata del Festival dell’Aerospazio. Pronti i fondi per sviluppare il settore.

Sardegna – Il settore aerospaziale porterà la Sardegna nel mondo: l’Isola già culla dell’innovazione tecnologica, della fisica nucleare e dell’aerospazio ha le potenzialità per diventare protagonista a livello internazionale. Le prospettive della Sardegna nel settore aerospaziale sono state l’elemento centrale dell’omonimo panel svoltosi nell’ultima giornata del Festival dell’Aerospazio, organizzato al Museo archeologico di Olbia da Astec – AeroSpace Technology Education Center. L’aerospazio può diventare uno dei settori trainanti per l’economia dell’Isola: una consapevolezza che ha portato la Regione Sardegna ad assicurare risorse importanti confermando nella nuova programmazione il sostegno al settore.

La Sardegna è un territorio fortemente innovativo – dichiara Giuseppe Meloni, vicepresidente e assessore al Bilancio della Regione Sardegna -. Ci sono le condizioni per migliorare in modo lungimirante con il sostegno garantito dalla Regione in termini di fondi e nuovi bandi che verranno sviluppati anche cogliendo gli spunti che arrivano da questo festival”. Un miliardo e mezzo di risorse di fondi Por Fesr per l’aerospazio, un settore che “attrae molto – precisa Massimo Temussi, direttore generale politiche attive del lavoro del Ministero del lavoro delle politiche sociali-. È importante sostenere questo patrimonio della Regione Sardegna e guardare al settore della ricerca in un campo di gioco internazionale. Lo spazio – ha rimarcato Temussi – può attrarre nuovi talenti, trattenere i nostri professionisti e fare incoming di cervelli”.

Tra le prime a credere nella sfida della Sardegna è stata Marilisa Pischedda, direttrice del Festival dell’Aerospazio e founder di Astec:

“Ho deciso di tornare in Sardegna dopo 13 anni di professionalità prestata fuori dall’Isola perché credo nelle potenzialità di questa regione. Lavorare qua può essere difficile se mancano le sinergie tra tutti i portatori di interesse: servono fondi e competenze ed è per questo che, come Astec, accompagniamo gli studenti alla conoscenza dell’aerospazio e fino alla scelta dell’università”.

Marilisa Pischedda

Proprio dall’università, in una collaborazione sempre più attiva tra Cagliari e Sassari, nascono nuovi percorsi di studi. “Ingegneria navale a Olbia e ingegneria biomedica a Cagliari – annuncia Giuseppe Mazzarella, delegato del Rettore per le tematiche aerospaziali dell’Università di Cagliari-. L’aerospazio è uno dei settori strategici per il futuro della Sardegna. Cagliari è partner di due dottorati in materia che si svolgono nell’ambito di un network nazionale”

Prospettive occupazionali in una Sardegna sempre più strategica emergono chiaramente nell’intervento di un altro ospite del panel, il Generale B.A. Davide Cipelletti, Comandante del Poligono Sperimentale e di Addestramento Interforze di “Salto di Quirra” e del Comando Aeronautica Militare per la Regione Autonoma Sardegna, ha infine evidenziato come le attività del Poligono sul piano aerospaziale siano in costante aumento. “Attraverso le proprie attività, l’Aeronautica Militare porta il mondo in Sardegna e la Sardegna nel mondo. Tra queste l’International Flight Training School a Decimomannu e i progetti dell’Aerospazio ospitati presso il Poligono tra cui le piattaforme stratosferiche, le prove di atterraggio simulate della prima navicella spaziale europea e l’implementazione della capacità di Space Surveillance and Tracking per individuare i detriti spaziali.

Il collegamento con la stazione “extraterrestre” Concordia. È notte fonda nell’Altopiano Antartico quando Marilisa Pischedda, direttrice del Festival Aerospazio e founder di Astec (AeroSpace Technology Education Center), si collega con la stazione Concordia durante il panel dedicato all’addestramento degli astronauti. L’ingegnere e ricercatore Marco Buttu è uno degli ospiti dell’evento che racconta i vari aspetti del settore aerospaziale. Come le attività di ricerca che vengono portate avanti nell’Antartide. “Questo posto, per le sue specificità – racconta Marco Buttu alla platea del festival – è definito extraterrestre e consente di fare studi che altrove sarebbe impossibile realizzare, come quello sulla composizione atmosferica”. Ad un mese dal termine della missione, Buttu racconta la vita nella Concordia: “E’ un’esperienza unica – dice il ricercatore sardo – impossibile da fare altrove”. La risposta del corpo umano, lo studio dei limiti legati al vivere senza contatti con l’esterno, al buio e senza fuso orario è uno degli aspetti della ricerca aerospaziale. “Serve – racconta Liliana Balotti, astronauta analoga, ospite del panel – per velocizzare l’accesso allo spazio, simulando sulla terra un habitat del tutto simile a quello di Marte o della Luna. Essere un’astronauta analoga – racconta ancora Balotti – significa, nel mio caso, essere selezionati da agenzie private per l’inserimento nei centri di addestramento sparsi nel mondo”.

Presentazione progetto HEMS

La space economy vale 600 miliardi di euro a livello mondiale. Politica di incentivi per la Sardegna. Lo spazio non è più solo la corsa alle tecnologie e la sfida per conquistare la Luna o Marte. La nuova frontiera è quella della Space economy, le applicazioni della tecnologia aerospaziale al mondo dell’impresa e del lavoro. Se ne è discusso in due panel all’interno del Festival dell’Aerospazio. Il primo su “Space Economy: sfide e opportunità dell’esplorazione spaziale”, coordinato dal giornalista del Tg2 Giorgio pacifici, che ha visto la partecipazione di Vincenzo Giorgio (Altec), Andrea Preve (Avio), Valerio Di Tana (Argotec), Augusto Cramarossa (Agenzia spaziale italiana), Marco Di Giugno (Enac) e Fabio Tore (Regione Sardegna). Aziende italiane capaci di primeggiare a livello internazionale, a partire dallo sviluppo della componentistica che si trova sulla stazione spaziale internazionale, fino al lavoro di Avio su sistema di propulsione innovativi. La Space Economy complessivamente vale tra i 500 e i 600 miliardi di euro, a livello mondiale, ma si stima un’ulteriore crescita che la dovrebbe portare vicina ai mille miliardi. In Italia si contano circa 300 imprese con 8 mila addetti. In questo senso la Sardegna ha avviato da tempo una politica di incentivi per il settore, a partire dalla quota dei fondi regionale Por-Fesr per la valorizzazione dei distretti e puntando su progetti di livello mondiale come l’Einstein Telescope. Il secondo panel dedicato a “Innovazione e trasferimento tecnologico: sfide e opportunità dell’aerospazio”, coordinato da Antonio Usai, docente dell’Università di Sassari, che ha visto la partecipazione di Giuliana Siddi Mureau (CRS4), Stefano Carosio (Stam), Davide Nejoumi (Delta Space Leonis), Michele Boella (NeMeA Sistemi), Andrea Porru (Nurjana Technologies). Nel corso del dibattito si sono evidenziate diverse esperienze imprenditoriali di successo, start-up che hanno scelto l’aerospazio come settore in cui applicare soluzioni innovative e capaci di creare business.

Il servizio di elisoccorso del futuro: progetto HEMS (Helicopter Emergency Medical Service). Nel prossimo futuro l’elisoccorso sarà in grado di intervenire anche in condizioni meteo avverse. È stato presentato durante il Festival il progetto HEMS di AREUS (Azienda Regionale Emergenza Urgenza Sardegna) in collaborazione con Sardegna Ricerche e che consentirà agli elicotteri di volare e arrivare alle persone che hanno bisogno di soccorso immediato anche in condizioni difficili utilizzando telecamere e strumentazione di bordo di ultima generazione. Per la presentazione del progetto sono intervenuti Simonetta Bettelini (AREUS), Enrico Mulas (SARDEGNA RICERCHE),  Rocco Gigliotti  (commissione monitoraggio AREUS  e Chief Technical Officer MR8), Antonio Depau (commissione monitoraggio e Amministratore 3D AEROSPAZIO), Alberico Parente (ENAV), Ivo Airaudi (AIRGREEN) e Mario Tortorici ENAC) 

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