Il diesel tassato come la benzina. Ma le accise non dovevano toglierle?

Allo studio del governo c’è il riallineamento dei balzelli che gravano sui due carburanti. Sarebbe un salasso per famiglie e imprese, in particolare nell’agricoltura.

Roma – Si scrive riallineamento ma si pronuncia aumento. Il progetto è quello di uniformare le accise tra diesel e benzina, con l’eliminazione dello sconto sul gasolio, e portarle dagli attuali 61,7 centesimi al litro a livelli simili a quelli della benzina, 72,8 centesimi. E’ allo studio anche un compromesso che consiste in un riallineamento su un livello intermedio tra i due, ma resta il fatto che si tratterebbe comunque di un aumento che andrebbe a pesare non poco sulle tasche dei cittadini e delle imprese.

Il governo Meloni aveva promesso, se non di toglierle, perlomeno di contenere il peso delle vituperate accise che gonfiano il prezzo dei carburanti, invece il riallineamento figura tra le proposte centrali del riordino delle agevolazioni fiscali (le cosiddette “tax expenditures”), nell’ottica di rivedere gli incentivi meno sostenibili, favorendo strumenti più efficaci per la transizione green. D’altronde, l’Italia si è impegnata a ridurre di almeno 2 miliardi di euro i “Sussidi ambientalmente dannosi” (Sad) entro il 2025, come indicato anche nel Piano nazionale integrato energia e clima (Pnie), presentato dal ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, a Bruxelles.

Una linea di azione che trova conferma nel Piano strutturale di bilancio (Psb), dove si prevede l’utilizzo del riordino delle spese fiscali come leva per raggiungere gli obiettivi di efficienza del sistema fiscale e di transizione energetica e ambientale. L’obiettivo è quindi che agevolazioni fiscali e politiche di sostenibilità procedano in parallelo.

Inutile dire che l’aumento delle accise avrebbe un impatto funesto tanto sulle famiglie italiane quanto sui settori economici, in particolare l’agricoltura, che dipendono fortemente dall’uso del gasolio. Già da tempo le associazioni dei consumatori chiedono l’eliminazione delle accise, specialmente dopo la rimozione degli sconti introdotti durante la pandemia.

I dati del Centro studi Promotor sui consumi di carburante tra il 2000 e il 2023 mostrano che, se nel 2000 i consumi di benzina e gasolio erano pressoché identici (22,4 miliardi di litri di benzina e 22,1 miliardi di litri di gasolio), nel 2023 la situazione è molto cambiata: i consumi di benzina sono scesi a 11,1 miliardi di litri, mentre quelli di diesel sono saliti a 28 miliardi. Questo evidenzia il potenziale impatto di un cambiamento nelle accise, soprattutto in un contesto in cui le auto green non hanno ancora una diffusione significativa.

A trarne beneficio sarebbe invece lo Stato, stante che nel 2023 il gettito complessivo derivante dalle accise ha raggiunto i 38,1 miliardi di euro, risorse che potrebbero essere destinate a nuovi incentivi per la transizione ecologica, con effetti positivi sui costi energetici per i cittadini. Ma nel breve, intanto, rimarrebbe una batosta.

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