La piccola di 2 anni ha ingerito marijuana, ed è in coma farmacologico. Sul caso indaga la Squadra mobile. Il padre è ai domiciliari.
Cosenza – Una bambina di due anni è finita in ospedale per avere ingerito marijuana. La piccola è ricoverata in coma farmacologico all’ospedale Annunziata. Sul caso ha avviato le indagini la squadra mobile. La bimba è stata portata in ospedale dai genitori, che hanno riferito ai sanitari del pronto soccorso di essersi allarmati dopo che la figlia non rispondeva più agli stimoli. I sanitari, dopo avere allertato il posto fisso della polizia, hanno eseguito gli esami tossicologici sulla bambina. Quest’ultima, scrivono i giornali locali, è risultata positiva ai cannabinoidi. La polizia ha perquisito la casa dei genitori. Il padre della bambina ha precedenti e si trova per questo agli arresti domiciliari.
Quella dei bambini che finiscono al pronto soccorso in overdose è purtroppo una storia tragica che si ripete. Le vittime, secondo la casistica, sono i figli piccolissimi di genitori con problemi di tossicodipendenza che si intossicano casualmente e finiscono in corsia. Dieci giorni fa un altro caso si era verificato a Palermo, con un bambino di appena tre anni ricoverato d’urgenza per overdose da ketamina all’ospedale Cervello. Il caso risale a mercoledì 18 settembre ed è emerso dopo che una coppia ha accompagnato il figlio dalle condizioni preoccupanti in pronto soccorso. I genitori avevano raccontano di non sapere come ha fatto il piccolo a entrare in contatto con la droga: forse, giocando con il cuginetto al mare “il bambino avrà preso qualcosa in spiaggia”. Gli investigatori, però, sembrano poco convinti dalla versione.
Nel 2023 sono stati calcolati 31 casi tra Palermo, Trapani e Agrigento. Nel capoluogo siciliano, da anni il fenomeno dell’overdose dei minori è sotto la lente della stessa procuratrice per i minori Claudia Caramanna. Secondo quest’ultima, si tratta di “un fenomeno preoccupante, per un verso segno della grande disattenzione da parte dei genitori, dall’altro è l’indicatore che circola tantissima droga nel territorio”. Il numero di bambini ricoverati in ospedale a causa dell’assunzione accidentale di droghe è cresciuto rispetto al passato sia in Italia che all’estero. Un recente report italiano ha messo in evidenza come i piccoli che assumono accidentalmente stupefacenti hanno mediamente 2 anni. E’ proprio a quell’età, infatti, che i bambini stanno esplorando il mondo e possono avere l’impulso di mettere tutto in bocca. E le conseguenze possono essere tragiche, come avvenuto a Belluno dove un bimbo di 2 anni è morto per un’overdose di hashish.
A gennaio un altro bambino di tre mesi è finito in gravi condizioni nell’ospedale Santobono di Napoli dopo essere risultato positivo alla cocaina. La scoperta è stata fatta ieri dai medici del reparto di Pediatria dell’ospedale Ruggi di Salerno. Il piccolo, infatti, era arrivato al pronto soccorso pediatrico in gravissime condizioni: i medici sono riusciti a stabilizzarlo, disponendo il trasferimento in elisoccorso al Santobono. Anche in questo caso la madre è risultata tossicodipendente.
E ancora il caso di Prato: quando il 13 aprile del 2022 i medici del pronto soccorso pediatrico dell’ospedale Santo Stefano dettero un’occhiata agli esami di un bimbo di appena un anno probabilmente pensarono che ci fosse un errore. Poi guardarono meglio e si convinsero che era proprio così: avevano davanti un bimbo con tracce di cocaina nel sangue. Non poche, era una vera e propria overdose, tanto che il bambino fu trasferito all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze. A distanza di due anni, la madre del bimbo, una donna poco più che trentenne è sotto processo con l’accusa di maltrattamenti. Insieme a lei è imputato nel processo il marito, sempre per l’accusa di maltrattamenti nei confronti dei due figli, ma non per l’episodio della cocaina.
Infine, il caso tragico di un bambino morto a Napoli lo scorso anno: ha subito danni cerebrali perché la madre tossicodipendente continuava a drogarsi durante l’allattamento. Il piccolo era arrivato all’ospedale pediatrico di Napoli quando aveva pochi mesi di vita e crisi epilettiche devastanti, conseguenza di danni celebrali legati all’astinenza delle sostanze stupefacenti cui si era assuefatto con il latte materno. Dopo cinque mesi in ospedale, il bimbo è diventato ospite della struttura dove è stato accolto e curato con insistenza e amore dagli operatori. Fino alla crisi respiratoria. Poi la morte.