Salis e Lucano, interrogazione Ue sul caso della presunta scafista Maysoon Majidi

Gli europarlamentari di Avs: “Siamo profondamente preoccupati per sue condizioni di salute, fare luce sulla vicenda”.

Bruxelles – Rinchiusa nel carcere di Castrovillari Maysoon Majidi è in sciopero della fame e proclama la sua innocenza. E’ lì rinchiusa dal 5 luglio, dopo sei mesi vissuti nel penitenziario calabrese accusata di essere una presunta scafista. Gli europarlamentari di Avs, Mimmo Lucano e Ilaria Salis, in un’interrogazione parlamentare alla Commissione europea chiedono di fare luce sulla vicenda di Maysoon Majidi. “Siamo profondamente preoccupati per le condizioni di salute di Majidi e esprimiamo la nostra più sincera solidarietà umana e politica nei suoi confronti, vista anche la pretestuosa accusa di scafismo per la quale si trova detenuta”.

“Maysoon, 28 anni, attivista curda per i diritti delle donne, è fuggita prima dall’Iran e poi dall’Iraq a causa delle minacce di morte ricevute – scrivono i due europarlamentari – E’ arrivata in Italia, e in Europa, via mare in cerca di protezione e asilo. Da gennaio 2024 è incarcerata e, per lungo tempo, non le sono stati forniti adeguati servizi di interpretariato per comunicare con il suo avvocato e con le autorità”, proseguono i due europarlamentari del gruppo The Left.

Mimmo Lucano e Ilaria Salis

“Le pessime condizioni di detenzione – purtroppo comuni alla maggiore parte delle carceri italiane – e il suo sciopero della fame hanno gravemente deteriorato la sua salute. Abbiamo pertanto presentato un’interrogazione parlamentare alla Commissione europea per far luce su questa vicenda e confidiamo che la Commissione risponda quanto prima. Ci auguriamo che Maysoon possa essere scarcerata al più presto e che i suoi diritti vengano rispettati in ogni aspetto, dal primo all’ultimo”, concludono i due eurodeputati.

Il reato contestato, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Accusata da due compagni di traversata, Maysoon si è sempre dichiarata innocente. Fuori dal tribunale nell’ultima udienza a Crotone sono arrivate associazioni e attivisti che per lei non hanno mai smesso di battersi. E il senatore Ivan Scalfarotto, capogruppo in Commissione Giustizia di Italia Viva, ha presentato un’interrogazione al Ministro della Giustizia affinché il Governo fornisca chiarimenti sul caso dell’attrice e regista, attivista curdo-iraniana: “per il regime di Teheran è persona non grata, per l’Italia, invece, una presunta scafista arrivata sulle coste calabresi il 31 dicembre. Vorrebbe richiedere protezione internazionale – sostiene Scalfarotto – ma è detenuta a Crotone, dove il Tribunale ha rifiutato di concederle i domiciliari nonostante i due testimoni che l’avevano inizialmente accusata abbiano dichiarato di essere stati fraintesi”.

Maysoon Majidi

“Gli scafisti – ha aggiunto il senatore di Italia Viva – giurano che Maysoon è innocente e sostengono che i loro verbali siano zeppi di errori per colpa del traduttore afghano che non capiva i loro dialetti. Si tratta di un procedimento penale che solleva dubbi enormi e che pare basarsi, anche a un primo sguardo, su elementi estremamente labili. Ho dunque chiesto al Ministro Nordio se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative intenda adottare al fine di verificare che ricorrano i requisiti per la custodia cautelare e per garantire a Maysoon Majidi un giusto processo secondo i principi costituzionali”, ha concluso.

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