Neonati sepolti: Chiara non risponde al gip, entra in tribunale con il viso coperto

La 21enne di Traversetolo sceglie il silenzio. Il suo avvocato “non significa che in un altro momento non possa farsi interrogare”.

Parma – Nel giorno dell’interrogatorio di garanzia, Chiara Petrolini, la 21enne di Traversetolo agli arresti domiciliari dal 20 settembre per omicidio premeditato e soppressione di cadavere, è apparsa davanti al Gip del tribunale di Parma Luca Agostini ma si è avvalsa della facoltà di non rispondere. La ragazza è arrivata in auto da un ingresso secondario per sfuggire alle telecamere dei giornalisti insieme al suo avvocato, Nicola Tria. Camicia bianca, jeans, giacca sulle spalle, sneakers bianche, si è coperta il viso con dei fogli per sfuggire ai flash per pochi secondi prima di entrare in Tribunale. Davanti all’ingresso tantissimi giornalisti ma con il divieto di entrare nel palazzo di giustizia.

La linea difensiva della 21enne, accusata di omicidio premeditato e soppressione di cadavere, in relazione al ritrovamento dei due neonati morti nel giardino della sua casa a Vignale di Traversetolo, è stata il silenzio. “Una scelta tecnica – ha spiegato il suo legale – ovvio che questo non significa, e mi preme chiarirlo, che in un altro momento non possa di nuovo rendere dichiarazioni o sottoporsi a interrogatorio, così come ha fatto anche in due circostanze in precedenza. Una volta presentandosi spontaneamente e una volta essendo interrogata e quindi quella di oggi ripeto è una scelta strettamente tecnica”. “È stata interrogata e io credo anche che abbia comunque fornito un contributo per nulla irrilevante alla ricostruzione dei fatti”, ha aggiunto il legale.

La villetta di Traversetolo

Il silenzio però non aiuta gli inquirenti che si occupano di una storia che ha lasciato l’opinione pubblica nella incredulità, con rivelazioni sconvolgenti, colpi di scena continui e appelli alla verità. Il procuratore capo di Parma, Alfonso D’Avino, mette in chiaro che, nei confronti “della giovane, si badi bene, la Procura non ha avuto nessun atteggiamento di indulgenza, avendo per lei chiesto, per ben due volte, la misura cautelare più grave, con ciò dimostrando il massimo rigore nell’applicazione della legge e nella gestione giudiziaria del caso”. D’Avino lo precisa in una replica al presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bertoli, che ha criticato il comportamento della Procura nel fornire informazioni sul caso ai media.

Il procuratore cita la frase pronunciata da Bertoli nel suo intervento: “In un paese di 500 persone un giardino viene transennato, scavato, frequentato da una serie di persone completamente vestite di bianco, carabinieri, poliziotti, magistrati come è possibile immaginare di non dare informazioni?”, rispondendo che la Procura di Parma “ritiene doveroso fare qualche precisazione”. Il 16 settembre la Procura di Parma ha inviato un primo comunicato ai media in merito al ‘circo mediatico’ creatosi a proposito della vicenda. Quanto al circo mediatico, prosegue il procuratore replicando al presidente dell’Odg “ci si permette di evidenziare che un conto è dare informazioni su ciò che è accaduto, anche ricercando fonti di prova in giro per il paese, altro conto è assediare letteralmente per giorni interi con telecamere, microfoni e taccuini i protagonisti delle vicende, quali indagati, persone offese, rispettive famiglie, e le loro abitazioni.

neonati morti traversetolo
Carabinieri e scientifica al lavoro nella villetta degli orrori

Intanto gli inquirenti vanno avanti nelle indagini: Chiara è accusata dopo il ritrovamento nel suo giardino di casa, il 9 agosto, del cadavere di un neonato, poi risultato da lei partorito due giorni prima. Poi sono state trovate, sempre nel giardino, le ossa di un altro bimbo nato a maggio 2023, anche questo figlio della 21enne. Due gravidanze tenute nascoste a tutti, secondo la ricostruzione della Procura parmigiana. Nel comunicato sull’arresto, il procuratore di Parma scrive: “Chiara aveva già deciso che il bambino non sarebbe sopravvissuto al parto, e tutto il percorso della gravidanza appare disseminato di indizi che conducono a questa terribile realtà”. Dalle intercettazioni, spiega la Procura, è emersa soprattutto la meraviglia dei genitori di Chiara per la gravidanza della ragazza. In seguito agli interrogatori risulta poi l’organizzazione delle attività del giorno successivo al parto. Il comunicato stampa della Procura spiega quindi che quel giorno, l’8 agosto, era stato vissuto dalla ragazza “con passaggio dall’estetista, poi giro tra bar, vinerie e locali vari fino a circa le due di notte, con rientro a casa e partenza per gli Stati Uniti”. 

Il procuratore parla poi di un “parto in assoluta solitudine (collocabile la notte tra il 6 e il 7 agosto)” nella taverna della casa, “con taglio del cordone ombelicale mediante uso di forbici trovate in cucina, al piano-taverna”, successivo “seppellimento del bambino – dopo la constatazione della morte” in giardino, “assenza di sangue del bambino”. Nelle sue prime spontanee dichiarazioni Chiara “aveva detto” di aver “nascosto il corpo del neonato nel giardino perché lo voleva vicino a sè”. E’ quanto spiegato dal comandante provinciale dei carabinieri di Parma, il colonnello Andrea Pagliaro. Quando si è intuita la possibilità di una seconda gravidanza quindi, “si è pensato che se veramente ci fosse stato un altro bambino lo avrebbe sepolto sempre lì, vicino alla sua camera”. E, aggiunge l’ufficiale, quando sono state trovate le ossa “eravamo increduli”. 

Chiara a New York

Agli investigatori che le hanno chiesto se volesse tenere i figli, Chiara ha risposto di sì. “Ha riferito – ha spiegato il procuratore – che, tornata dagli Stati Uniti, avrebbe detto ai genitori che era incinta. Per la prima gravidanza ha detto che il bimbo era nato morto e di essersi limitata a prenderlo e seppellirlo. Anche per il secondo parto ha raccontato la stessa cosa: che è nato morto, quindi avrebbe tagliato il cordone e lo avrebbe sepolto”. Quanto al motivo per cui avesse tenuto nascoste le gravidanze, “ha detto di aver avuto paura del giudizio”. 

L’ex fidanzato Samuel è scosso e “completamente frastornato”. Il ragazzo ha parlato per la prima volta per bocca del suo avvocato Monica Moschioni, esprimendo i suoi sentimenti e il suo stato d’animo dopo il “film terribile” – così lo ha definito il 21enne – che lo ha investito sconvolgendo la vita sua e dell’intero paese, teatro suo malgrado di una vicenda-choc che ha sconvolto tutti. “Non ho ancora realizzato cosa sia successo. E soprattutto non so più chi ho conosciuto, chi era Chiara”, dice Samuel secondo quanto riporta la Gazzetta di Parma. “Appena le procedure lo permetteranno – ha annunciato – vorrei riconoscere i miei bambini, dar loro un nome e organizzare una cerimonia“. I due neonati avranno quindi un nome e una registrazione anagrafica, con data di nascita e di morte, non saranno consegnati al silenzio e all’oblio.

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