Delivery della droga a Barletta: “Portami una birra” e il pusher arriva a casa [VIDEO]

Disarticolata dalla polizia una rete di spaccio che serviva i clienti a domicilio e utilizzava per le ordinazioni un linguaggio in codice. Trentadue le persone finite in manette.

Barletta – Un linguaggio criptico e una rete dinamica di spaccio di stupefacenti sono alla base dell’attività criminale delle 41 persone coinvolte nell’indagine, coordinata dalla Procura di Trani e dalla questura di BAT, Barletta-Andria-Trani.

Alle 19 persone finite in carcere, 13 agli arresti domiciliari, 3 all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e 2 denunciati in stato di libertà, si aggiungono 4 arresti in flagranza di reato eseguiti durante l’attività d’indagine, insieme al sequestro di un chilo e 200 grammi di hashish, un chilo di cocaina e 500 grammi di marijuana.

Gli indagati sono accusati di estorsione e spaccio di sostanze stupefacenti.

I poliziotti della Squadra Mobile, mediante attività investigative di intercettazione, pedinamento, appostamento e osservazione, hanno scoperto un complesso sistema di spaccio di stupefacenti, caratterizzato da una rete di venditori che si muovevano all’interno della città di Barletta in una sorta di vero e proprio servizio di “delivery” della droga, con consegne a domicilio o in luoghi concordati su richiesta telefonica.

I pusher si spostavano a piedi o in bicicletta elettrica, e dalle intercettazioni emergono particolari sul linguaggio utilizzato tra venditore e acquirente: parole come “birre” o “bottigliette” per indicare genericamente lo stupefacente, mentre con espressioni come “quella verde” o “la criminale” si specificava il tipo di sostanza. Per quanto riguarda i luoghi di scambio, venivano usati nomi di quartieri di riferimento di Barletta, come ad esempio “ci vediamo a Calò” o “sto qua… a Calò”.

L’indagine ha svelato un sistema ben organizzato, che suddivideva la città in quattro zone, ognuna con una specializzazione: cocaina ed eroina nel centro, hashish a Puttilli, cocaina a Palazzo Salso e marijuana a Calò.

Contestualmente all’esecuzione dell’ordinanza, il Questore di BAT ha disposto l’applicazione del DASPO “fuori contesto” a tutti gli indagati, un recente provvedimento che consente di allontanare dallo stadio anche coloro che non hanno commesso reati durante le manifestazioni sportive, ma che sono coinvolti in attività criminali, come in questo caso lo spaccio di droga.

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