Un’altra vittima dell’amianto a Sabaudia: il Tribunale di Latina condanna l’Inail

L’ente aveva negato a Enrico Armeni la certificazione al lavoratore affetto da una infiammazione pleuro-polmonare precancerosa.

Latina – L’esposizione all’amianto nel cantiere Posillipo a Sabaudia è al centro della condanna inflitta dal Tribunale nei confronti dell’INAIL al riconoscimento della malattia professionale dell’operaio Enrico Armeni. Il 78enne si è ammalato quando era alle dipendenze della CANTIERI POSILLIPO S.p.A. con sede in località “Porto del Bufalo” a Sabaudia (LT). L’uomo, originario di Latina, è stato impiegato come tecnico e capo reparto di manutenzione nel cantiere navale dal maggio del 1966 al luglio 1983.

Nel 2019 ha manifestato i primi sintomi della malattia asbesto correlata, una infiammazione pleuro-polmonare precancerosa di ispessimenti pleurici, fibrosclerosi, bronchectasia e pneumocosi, ha richiesto all’INAIL l’attivazione dell’iter amministrativo per il riconoscimento della malattia professionale e il rilascio del certificato di esposizione ad amianto per ottenere da INPS l’adeguamento contributivo che avrebbe comportato un maggiore importo di pensione. L’ente ha rigettato la domanda costringendo il lavoratore all’azione giudiziaria innanzi il Tribunale Pontino, affiancato dalla tutela legale dell’avvocato Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.

Come si legge in sentenza, il CTU nominato dal tribunale specialista in Medicina Legale e delle Assicurazioni e in Medicina del Lavoro, ha accertato che le lesioni pleuro-polmonari del lavoratore sono di natura occupazionale e causate dall’esposizione alla fibra killer che ha subito nel corso dell’attività all’interno del cantiere navale.

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