Belluno: circuiva anziani soli e deboli per derubarli, in manette marocchino [VIDEO]

Operazione della Gdf che ha scoperto i raggiri del 46enne, un venditore ambulante, che è accusato di circonvenzione d’incapace.

Belluno – Le sue vittime, selezionate con cura, erano persone anziane affette da problemi psicologici, solitudine e condizioni di salute precarie. E lui gli sottraeva soldi e gioielli. Le testimonianze raccolte tra il personale sanitario e i familiari delle vittime hanno confermato la loro particolare vulnerabilità, ulteriormente attestata dalle consulenze dei consulenti tecnici d’ufficio nominati dall’autorità giudiziaria. Così i finanzieri del Comando Provinciale hanno eseguito un’ordinanza cautelare in carcere emessa dal gip di Pordenone nei confronti di un marocchino, B.S., 46 anni, residente da tempo nella provincia ed esercente l’attività di commercio di abbigliamento ambulante.

L’uomo è sospettato di aver commesso reati di circonvenzione di incapaci. Si ipotizza che si sia appropriato di ingenti somme di denaro e gioielli, approfittando della vulnerabilità psicologica ed emotiva delle vittime, nonché della loro età avanzata e delle precarie condizioni di salute. Le indagini, avviate dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Belluno su richiesta della Procura, a seguito della denuncia di una delle vittime, sono state poi trasferite per competenza alla Procura di Pordenone, sotto il coordinamento del Sostituto Procuratore Marco Faion. Gli accertamenti preliminari e l’analisi di alcune segnalazioni di operazioni sospette ai fini antiriciclaggio, legate al soggetto arrestato, hanno permesso di delineare il suo profilo criminale, evidenziando un modus operandi mirato alla scelta di vittime vulnerabili.

Le successive attività investigative, condotte mediante pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali (audio e video), oltre a controlli sui conti correnti bancari, hanno consentito di identificare quattro vittime, scelte per la loro fragilità dovuta a età avanzata, problemi psicologici, solitudine e precaria salute. Le testimonianze raccolte da personale sanitario e dai familiari delle vittime, che ne attestavano la particolare vulnerabilità, sono state confermate dalle consulenze dei CTU nominati dall’Autorità Giudiziaria, che hanno rilevato uno stato tale da compromettere le loro capacità critiche e decisionali.

Durante le indagini è emerso che una delle vittime, affetta da gravi disturbi psichici dal 1995, era stata indotta a consegnare l’intero patrimonio, pari a circa 130mila euro, oltre a diversi gioielli di famiglia, a causa di un legame “amicale” pluriennale con l’indagato. In un altro caso, l’indagato si era finto un imprenditore edile, proponendo alla vittima lavori di ristrutturazione della casa. Approfittando della vulnerabilità psicologica, si era fatto consegnare denaro contante, accompagnando la vittima presso sportelli postali per i prelievi, senza mai avviare i lavori promessi. Anzi, aveva persino minacciato la vittima di intraprendere un’azione legale qualora avesse denunciato l’accaduto. Il totale dei proventi illeciti sottratti alle vittime è stato stimato in oltre 360.000 euro.

La gravità degli indizi raccolti, il numero di prove e la pericolosità delle azioni hanno spinto la Procura di Pordenone a richiedere al gip una misura cautelare nei confronti dell’indagato, concessa per evitare l’inquinamento delle prove, il pericolo di fuga (l’indagato era appena rientrato dal Marocco, dove aveva trascorso gli ultimi due mesi e mezzo) e, soprattutto, per il concreto rischio di reiterazione dei reati. Nonostante una perquisizione domiciliare e personale, che aveva portato al rinvenimento di 9.400 euro in contanti e gioielli incompatibili con i beni dell’indagato, questi aveva continuato a operare, accompagnando una delle vittime a effettuare un ulteriore prelievo di denaro.

Nel corso delle indagini è stato accertato anche il coinvolgimento della moglie dell’indagato (L.N., 34 anni), casalinga di origine marocchina. Le intercettazioni ambientali hanno rivelato la sua complicità, poiché non solo era a conoscenza delle attività illecite del marito, ma lo aveva persino incoraggiato a intestarsi la casa di una delle vittime. Durante la perquisizione dell’abitazione, ha tentato di nascondere somme di denaro e gioielli agli inquirenti, che sono stati comunque rinvenuti e sequestrati.

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