Venezia: dispositivi medici “made in Italy” ma fatti in Asia, maxi-sequestro per 25 milioni

Intercettati dalla Gdf di Portogruaro. Individuati 250 punti vendita dove i dispositivi erano commercializzati con false indicazioni di origine.

Venezia – I Finanzieri di Venezia hanno sequestrato oltre 18 milioni di dispositivi medici etichettati come “Made in Italy”, ma interamente prodotti in Asia. Il valore della merce, se immessa sul mercato, sarebbe stato superiore a 25 milioni di euro.

L’operazione, condotta dal Gruppo di Portogruaro e coordinata dalla Procura della Repubblica di Pordenone, è nata da un’attività investigativa volta a verificare la regolarità dei prodotti immessi in commercio. I militari hanno individuato un’azienda che riportava sulle confezioni dei dispositivi medici venduti il simbolo di una fabbrica con il nome di una località italiana e la dicitura “ITALY”. Tale etichettatura, priva di ulteriori indicazioni, induceva i consumatori a credere erroneamente che i prodotti fossero fabbricati in Italia.

Le indagini della Guardia di Finanza, basate sull’analisi della documentazione contabile e dei documenti di trasporto, hanno accertato che tutte le fasi di lavorazione, fabbricazione e confezionamento dei dispositivi avevano luogo esclusivamente all’estero, in violazione delle normative sul “Made in Italy“. I prodotti venivano realizzati e confezionati in Estremo Oriente, successivamente importati in Italia e distribuiti su tutto il territorio nazionale, oltre che venduti all’estero.

Grazie all’attività investigativa, comunica la Gdf, è stata ricostruita la rete commerciale dell’importatore e sono stati individuati circa 250 punti vendita in Italia dove i dispositivi erano commercializzati con false indicazioni di origine. L’importatore ha avviato la riedizione delle confezioni con le corrette indicazioni di provenienza e ha rietichettato i prodotti già in commercio.

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