La 22enne avrebbe indotto il parto il 7 agosto prima di partire con i genitori per New York. E avrebbe ucciso e sepolto il piccolo nel giardino di casa. L’ombra di un duplice infanticidio.
Parma – E’ indagata omicidio volontario e occultamento di cadavere Chiara Petrolini, la studentessa 22enne che abitava insieme ai genitori e al fratello minore nella “villetta degli orrori” di Vignale di Traversetolo, nel Parmense. A inchiodarla i test genetici condotti sui resti del primo neonato, trovato il 9 agosto semisepolto all’interno di un sacchetto nel terreno sul retro dell’abitazione, parlano chiaro: è lei la madre. Per gli inquirenti ha tenuto nascosta la gravidanza a tutti, poi avrebbe indotto il parto il 7 agosto prima di partire con i genitori per New York, un viaggio programmato da tempo. Avrebbe ucciso e sepolto il piccolo nel giardino di casa. E ora spunta l’ombra che l’infanticidio non sia l’unico e che per Chiara non sia stata la prima volta.
Nello stesso giardino, nei giorni scorsi, è infatti emerso un nuovo orrore: la scoperta da parte dei carabinieri dei resti scheletrizzati di un altro neonato, la cui morte risalirebbe a circa un anno fa. Anche su questi “nuovi” resti la Procura di Parma – a coordinare le indagini dei carabinieri è Alfonso D’Avino, mentre la pm incaricata del caso è Francesca Arienti – ha disposto accertamenti tecnici e l’esame del Dna. E si fa strada l’ipotesi, sempre più plausibile e raccapricciante, di non una, ma due gravidanze tenute segrete. Entrambe terminate nella maniera più tragica possibile.
La comunità del tranquillo paese parmense è sotto choc, dice al Resto del Carlino il sindaco Simone Dall’Orto. La scoperta del corpo del secondo neonato è stata “un ulteriore macigno che ha sconvolto la nostra comunità, già rimasta profondamente e pesantemente toccata dal ritrovamento del primo neonato il 9 agosto”. E nessuno sa spiegarsi come possa essere successo in quella che è “apparentemente una famiglia insospettabile, integrata nel territorio, che viveva in contesto agiato”, continua il primo cittadino. Originaria del Parmense, risiedeva a Vignale da una ventina d’anni, nella villetta costruita dal nonno, il padre prima piccolo imprenditore edile e oggi dipendente di un’azienda, la madre impiegata in una società di Parma che si occupa di metallurgia. Chiara stava con il fidanzato, suo coetaneo e compaesano, da tempo. Due classici “bravi ragazzi” della provincia-bene, che frequentavano altri ragazzi benestanti come loro, studenti e impegnati nel sociale. Lei in passato aveva collaborato come volontaria nei campi estivi della parrocchia, accompagnando i bambini del Grest alla piscina di San Polo d’Enza, nel Reggiano. Era la classica “ragazza perfetta” di una “famiglia perfetta”, insomma.
Certo è che nessuno, tra amici e conoscenti, si era accorto di nulla. Nemmeno il fidanzato della ragazza, che le analisi del Dna hanno dimostrato essere il padre, e che ha fatto sapere per bocca della madre Sonia di non sapere che Chiara fosse incinta. Nulla, né dal suo aspetto né dai suoi comportamenti, faceva sospettare il suo stato. Di corporatura snella e minuta, indossava sempre abiti aderenti e anche durante la gravidanza aveva continuato la sua vita sociale tra studio – è iscritta a Giurisprudenza -, il lavoretto come baby-sitter per pagarsi le uscite, gli incontri con gli amici.
Da quanto è stato ricostruito finora dagli inquirenti, sembra che la ragazza sia partita con i familiari per una vacanza a New York il giorno dopo aver indotto il parto. Poche ore dopo, la macabra scoperta da parte della nonna, che si era recata nella villetta per portare il cibo ai cani e ha dato l’allarme.
In paese, conferma il sindaco al Resto del Carino, si dice che Chiara non possa aver fatto tutto da sola e che probabilmente “qualcuno” l’ha aiutata a partorire: l’autopsia sui resti ha rivelato che era nato vivo ed è morto poco dopo il parto. Illazioni su cui la Procura ha diramato una nota che ha chiarito i punti per ora fermi della vicenda. Riguardo al neonato rinvenuto morto il 9 agosto – si legge nella nota – può ritenersi “accertata, allo stato degli atti, l’estraneità dei genitori della ragazza, madre del neonato”, così come “del papà del neonato” alla vicenda. Il parto, secondo gli inquirenti, “è avvenuto nella casa familiare, al di fuori di contesti ospedalieri o sanitari in generale, in solitudine, senza la collaborazione né la presenza di nessuno, al di fuori della ragazza”. Nessuno era a conoscenza della gravidanza: né i familiari, né il padre del bambino, né amiche o amici e la gravidanza non è stata seguita da alcuna figura professionale (ginecologo, medico di famiglia, ecc.). Chiara Petrolini, in altre parole, avrebbe indotto il parto in casa da sola e poi avrebbe soppresso il piccolo, disfacendosi del corpicino nel giardino.
E poi c’è il rinvenimento del secondo neonato, notizia – comunica sempre la Procura – “veritiera” ma sulla quale “vanno svolti tutti gli accertamenti del caso (soprattutto di natura tecnica medico-legale) per delineare gli esatti contorni della vicenda stessa, anche di carattere temporale”. Da chiarire è innanzitutto se anche questo neonato, partorito a termine, sia figlio della 22enne (e chi ne sia il padre). E poi le circostanze della morte: se è nato già esanime o se è stato ucciso. E a quando risale esattamente il decesso (si parla di circa un anno fa).
Infine, comunica la Procura, vista la delicatezza estrema di questo nuovo episodio, “vi è stata l’apertura di un fascicolo per possibile violazione del segreto di indagine in relazione alla propalazione della relativa notizia, che rischia di incidere sulle acquisizioni investigative in corso”.
Intanto Sonia, la madre del fidanzato della ragazza, è sconvolta. All’Ansa ha detto che anche suo figlio è “devastato” e di aver ricevuto, dopo la notizia del macabro rinvenimento, chiamate dalla famiglia della ragazza, ma di non aver risposto: “Non ho voluto avere contatti, non li voglio più vedere”, ha detto all’agenzia di stampa. La donna si è detta convinta, contrariamente a quanto sostengono gli inquirenti, che la 22enne “non può aver fatto tutto sola, non è possibile”. Ma Chiara Petrolini, almeno per il momento, in questo dramma raccapricciante della provincia parmense resta l’unica indagata.