Oggi lutto cittadino. All’inizio della cerimonia un uomo ha tentato di parlare dal pulpito ma è stato bloccato. Presto i nonni incontreranno Riccardo, il 17enne reo confesso.
Milano – Grande folla – oltre un migliaio i presenti – nella chiesa di Santa Maria Nascente a Paderno Dugnano, nel Milanese, dove l’arcivescovo di Milano Mario Delpini ha celebrato i funerali di Fabio Chiarioni, Daniela Albano e del loro figlioletto Lorenzo, 12 anni, uccisi la notte tra il 31 agosto e il primo settembre dal primogenito Riccardo, reo confesso. Poco prima dell’inizio della celebrazione, previsto per le 14.30, i tre feretri sono stati trasportati all’interno per un momento di raccoglimento privato, a porte chiuse, riservato ai soli parenti.
Mentre in chiesa si celebravano le esequie, trasmesse sul piazzale antistante con un sistema di amplificazione, tutta la città si è stretta intorno ai parenti delle vittime, le saracinesche abbassate per il lutto cittadino proclamato dal sindaco Anna Varisco, che ha invitato i cittadini a osservare un minuto di silenzio in segno di compartecipazione al dolore della famiglia.
Un momento di dolore e riflessione interrotto all’inizio della celebrazione, quando un uomo anziano è salito sul pulpito e ha tentato di prendere la parola per proporre la sua “soluzione” contro tragedie di questo tipo, finendo subito bloccato dai carabinieri. Quindi la cerimonia funebre è ripresa e si è svolta senza ulteriori intoppi.
“Di fronte all’incomprensibile tragedia la parola del Signore ci aiuta a decifrare l’enigma e a raccogliere il cantico della vita e della speranza giovane di un fratello, l’intensità dell’amore misterioso di una mamma e la responsabilità della parola vera di un papà”, ha detto l’arcivescovo di Milano durante l’omelia. “La parola è già una medicina. Il papà, se ascolta la sua esperienza e ascolta la voce del Signore, sa la parola giusta, sa il discorso rassicurante, sa la parola che incoraggia, che corregge, che rimprovera. La parola che perdona”.
“Nessuna notte buia potrà impedire al sole di risorgere”, hanno voluto scrivere citando Jim Morrison i parenti delle vittime sul manifesto funebre che annunciava le esequie. I familiari hanno chiesto di non portare fiori, ma di devolvere eventuali offerte all’associazione Kayros Vimodrone di don Claudio Burgio, che si occupa del reinserimento sociale dei minori con procedimenti penali in corso. “Non lo abbandoneremo mai”, hanno detto i nonni a proposito di Riccardo, attualmente detenuto nel carcere minorile Beccaria. Ottenuto il via libera del tribunale dei minorenni, presto potranno incontrarlo di persona.