“Se torni ti ammazziamo”, sassi e bottiglie contro don Coluccia: “Non mi fermeranno”

Roma, il prete anti spaccio aggredito dai pusher al Quarticciolo durante un corteo di “presidio e disturbo”. Salvato dalla scorta sotto una pioggia di bottiglie e mattoni.

Roma – Prima gli insulti dei pusher gridati dal megafono: “Sei un Buscetta. Hai le ore contate, ti ammazziamo”. Poi dalle parole si è passati ai fatti e dalle finestre sono piovute bottiglie, sassi e mattoni il lancio di bottiglie, sassi e bastoni dalle finestre della piazzetta.

L’incontro di preghiera organizzato da don Antonio Coluccia, il prete anti spaccio da anni in prima linea contro la criminalità, al quartiere Quarticciolo, domenica sera, si è trasformato in un’aggressione contro il sacerdote e si è concluso con un fuggi fuggi generale, mentre la scorta proteggeva il parroco. “Non mi arrendo”, ha dichiarato a caldo don Coluccia con amarezza: “Questo è un episodio grave, ma non mi fermerà. La mia missione nei quartieri difficili della Capitale continuerà. Voglio dare speranza ai cittadini onesti che vivono in questi contesti complessi”.

La scorta è dovuta intervenire a proteggere don Antonio, che aveva organizzato un corteo di “Presidio e disturbo” proprio per domenica sera. Il sacerdote intorno alle 22 ha attraversato il quartiere, fermandosi nella piazzetta del Lotto 12. Armato di fischietto e megafono, ha cercato di coinvolgere i residenti: “Accendete le luci, siamo qui per voi questa sera“, ha esortato don Antonio. “Non sono gli spacciatori a dover decidere come vivere qui. Tra queste case ci sono tanti cittadini onesti, e noi siamo qui per loro”. Tuttavia, appena concluso il suo discorso, i pusher del quartiere hanno risposto prontamente, sempre attraverso un megafono: “Sei un Buscetta, non ti vogliamo. Se torni ti ammazziamo”.

Dopo gli insulti al megafono, dalle finestre hanno iniziato a piovere bottiglie di vetro, sassi e bastoni. A quel punto, la scorta ha protetto il parroco, conducendolo al sicuro e interrompendo il corteo della legalità.

“La situazione è degenerata in pochi istanti”, ha spiegato don Antonio. “Per la mia sicurezza sono stato allontanato, ma tornerò“, ha promesso il parroco, che negli ultimi mesi ha ricevuto numerose minacce e lettere intimidatorie. Le forze dell’ordine sono state informate e stanno eseguendo accertamenti su quanto accaduto.

Don Coluccia non è nuovo a episodi di questa gravità. Il più drammatico è avvenuto la scorsa estate a Tor Bella Monaca, quando il 29 agosto un pregiudicato su uno scooter T-Max ha quasi investito il prete mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali. Anche in quella circostanza, la scorta ha fatto da scudo al sacerdote, fermando l’attentatore, poi accusato di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale.

A gennaio, sempre a Tor Bella Monaca, il 6 sera, mentre il parroco incontrava alcuni fedeli, alcuni cassonetti sono stati incendiati a pochi metri dal luogo dell’incontro. E lo scorso aprile, al Laurentino 38, uno dei centri dello spaccio più attivi della Capitale, mentre don Coluccia camminava con un corteo di residenti contro la criminalità organizzata, dalle finestre sono stati lanciati petardi e bombe carta. L’evento era stato organizzato in risposta a un raid all’Antico Caffè, un bar gestito da una giovane coppia, in cui una famiglia di pregiudicati calabresi aveva fatto irruzione armata di bastoni, aggredendo il titolare.

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