Autovelox fuorilegge, partono i risarcimenti ma non per chi ha già pagato

Beffa per chi è stato più ligio a rispettare le regole. Gli altri hanno 60 giorni dalla notifica per contestare la multa davanti al Prefetto, 30 se scelgono il Giudice di pace. Ma occhio all’omologazione del dispositivo!

Roma – Dopo i sequestri degli “autovelox fuorilegge” in dieci regioni italiane, riguardanti i dispositivi T-Exspeed v 2.0 che sono risultati privi di omologazione e non conformi ai requisiti necessari per la validità delle multe, si avvicina il momento dei risarcimenti.

Notizia positiva per molti automobilisti multati sulle strade di Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte, Basilicata, Molise, Puglia, Calabria e Sicilia. Tuttavia, c’è un lato amaro: coloro che hanno già pagato la sanzione non avranno diritto al risarcimento, creando una situazione paradossale che sembra penalizzare chi ha rispettato le regole.

Le persone colpite dai verbali emessi tramite gli autovelox sequestrati, su disposizione del Gip del Tribunale di Cosenza, hanno 60 giorni dalla notifica per contestare gratuitamente la multa davanti al Prefetto, rischiando però un raddoppio della sanzione in caso di rigetto del ricorso. Se si sceglie di ricorrere al Giudice di pace, il termine è ridotto a 30 giorni, e sarà necessario pagare il contributo unificato.

Il Codacons ha spiegato che, per verificare l’omologazione del dispositivo, è necessario presentare una richiesta di accesso agli atti al Comune in cui l’autovelox è installato. Dopo aver ottenuto i documenti, bisognerà analizzare le specifiche tecniche del dispositivo. In caso di esito favorevole del ricorso, si potrà ottenere non solo l’annullamento del verbale, ma anche il rimborso delle spese legali.

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