L’attenzione degli inquirenti si è focalizzata su un episodio accaduto all’ex hotel Astor circa due mesi prima che la piccola svanisse nel nulla.
Firenze – Due mesi prima della scomparsa di Mia Kataleya Chicclo Alvarez, per tutti Kata, la bambina peruviana svanita nel nulla il 10 giugno dell’anno scorso dall’ex hotel Astor a Firenze, allora occupato abusivamente da decine di persone tra cui la famiglia della piccola, proprio nella struttura si verificò una violenta rissa che coinvolse sia il padre della bambina, Miguel Angel Chicclo Romero, quanto lo zio materno, Abel Argenis Alvarez Vasquez. Questo episodio è tornato sotto l’attenzione degli inquirenti poiché ogni evento avvenuto all’interno dell’immobile di via Maragliano potrebbe essere legato al possibile rapimento della bambina. La notizia è stata riportata dal quotidiano La Nazione.
Secondo la procura, che ha appena chiuso le indagini, i due uomini avrebbero partecipato alla rissa, in cui due connazionali rimasero feriti, anche se in modo non grave. Quella notte, il padre di Kata venne nuovamente arrestato e portato al carcere di Sollicciano, dopo che i carabinieri intervenuti per sedare la rissa si accorsero che l’uomo aveva violato gli arresti domiciliari. Miguel Angel Chicclo Romero era stato trovato nascosto dietro alcune tubature. Durante i controlli successivi, vennero rinvenuti diversi telefoni cellulari di dubbia provenienza, che potrebbero fornire ulteriori dettagli su uno dei numerosi traffici illegali che si svolgevano all’interno dell’edificio occupato.
Sempre secondo La Nazione, un altro episodio significativo, avvenuto poco prima della scomparsa di Kata, potrebbe essere legato alla guerra per la compravendita delle stanze all’interno della struttura. Alla fine di maggio, un occupante ecuadoriano sarebbe caduto da una finestra dell’ultimo piano dell’edificio nel tentativo, secondo le accuse, di sfuggire a una rappresaglia. Kata è poi scomparsa il pomeriggio di sabato 10 giugno.
Le indagini sulla scomparsa della bambina seguono diverse piste, tra cui il traffico di droga, il racket degli affitti e la possibilità di abusi sessuali. Gli ultimi sviluppi si concentrano su tre oggetti sequestrati in una camera occupata da cittadini rumeni nell’ex Hotel Astor: un secchio, uno straccio e un peluche, sui quali si sta cercando di rintracciare tracce di DNA della piccola Kata.Genova –