Condannato per il crac del Gruppo Immobiliare 20024. Imbarcato con un volo da Abu Dhabi. La soddisfazione del ministro Nordio.
E’ stato estradato in Italia stamattina l’immobiliarista Danilo Coppola, arrestato a Dubai nel dicembre scorso dopo la condanna in via definitiva per il crac del Gruppo Immobiliare 2004, di Mib Prima e di Porta Vittoria, emessa a luglio del 2022.
Romano, classe 1967, Coppola era stato definitivamente condannato a 7 anni per bancarotta nell’ambito di quel procedimento. Attualmente l’ex immobiliarista risulta indagato dalla procura di Milano anche per una tentata estorsione nei confronto di Prelios, la società proprietaria dell’area di Porta Vittoria.
Stamani è stato imbarcato su un volo partito da Dubai. L’estradizione arriva dopo che a maggio gli Emirati Arabi Uniti avevano respinto la richiesta formulata dalle autorità italiane. Allora lo stesso Coppola aveva esultato in un video pubblicato sul suo profilo Instagram: “Devo dirvi che sono molto emozionato. E’ ufficiale: gli Emirati Arabi Uniti non concedono la mia estradizione in Italia che mi vuole arrestare”, a dimostrazione secondo lui che “negli Emirati Arabi la giustizia funziona: qui non c’è pregiudizio, non c’è il preconcetto, vige la meritocrazia”.
La decisione è stata assunta dopo intense attività giuridico-diplomatiche negli ultimi mesi, a seguito della visita del Ministro Nordio ad Abu Dhabi nel febbraio scorso: nei colloqui di allora con il Ministro della giustizia emiratino, Mohammed Al Nuaimi, il Guardasigilli aveva sollevato le diverse richieste di estradizione italiane ancora pendenti, fra cui quella relativa al caso giudiziario di Danilo Coppola, l’imprenditore romano condannato nel 2022 a sette anni di carcere.
Soddisfazione è stata espressa dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio: “Vorrei esprimere la mia gratitudine al Ministro Al Nuaimi – ha dichiarato il Ministro Nordio – per la intensa collaborazione che abbiamo sviluppato nell’ambito del trattato bilaterale di estradizione: nei prossimi giorni gli parlerò per ringraziarlo personalmente. Questo sviluppo positivo nella cooperazione giudiziaria con gli Emirati Arabi Uniti dimostra che per noi non può esservi nessuna impunità per chi commette crimini in Italia e cerca rifugio all’estero”.