L’allarme dei sindacati: +72% precari negli ultimi sette anni. Emergenza anche per il personale ATA e le segreterie.
Roma – Manca meno di un mese al fatidico suono della campanella e l’inizio del nuovo anno scolastico in Italia è segnato da preoccupazioni crescenti riguardo alla gestione del personale docente e amministrativo nelle scuole. Secondo i sindacati, si prevede un aumento significativo del numero di supplenti, con una stima che potrebbe arrivare a 250.000 insegnanti precari, un vero e proprio record rispetto agli anni precedenti.
Questo incremento, pari al 72% negli ultimi sette anni, riflette una problematica strutturale che non solo non è stata risolta, ma sembra peggiorare nonostante gli sforzi dichiarati dal Ministero dell’Istruzione per garantire che tutti i docenti siano in cattedra il 1° settembre. Il Ministero dell’Economia ha autorizzato 45.124 posti per le immissioni in ruolo, ma i posti vacanti dopo la mobilità ammontano a 62.393. Questa discrepanza sarà affrontata tramite un concorso previsto per l’autunno, ma il disallineamento tra le assunzioni programmate e quelle effettive solleva preoccupazioni. Intanto il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha sollecitato l’approvazione rapida della riforma del voto di condotta, che ritiene fondamentale per il prossimo anno scolastico. La riforma è ancora in fase di esame alla Commissione Istruzione della Camera.
Gianna Fracassi della Flc Cgil ha sottolineato che il problema del precariato è aggravato dal fatto che 20.000 posti sono stati accantonati per un concorso futuro, mentre concorsi precedenti non sono ancora conclusi. Questo potrebbe portare a un nuovo record di supplenti, aggravando ulteriormente la situazione.
Oltre alla questione degli insegnanti, vi sono forti criticità anche per quanto riguarda il personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA). Secondo i sindacati, oltre 20.000 posti ATA saranno coperti da supplenze, mentre le segreterie scolastiche sono state ridotte a livelli minimi, con tagli di oltre 50.000 posti negli ultimi anni. Il presidente di Anief, Marcello Pacifico, ha evidenziato l’impatto negativo di questi tagli, aggravato dall’aumento delle incombenze derivanti dalla gestione dei progetti del Pnrr.
La situazione complessiva solleva serie preoccupazioni sulla capacità delle scuole italiane di affrontare le sfide del nuovo anno scolastico, richiedendo interventi urgenti per stabilizzare il personale e garantire un’istruzione di qualità.