Peste suina, Bruxelles conferma: in Italia le misure di contrasto sono insufficienti

Preoccupa la diffusione dell’epidemia al centro Nord. Gli esperti, “il contagio sembra avanzare più velocemente delle misure”.

Roma – Le misure dell’Italia per controllare la peste suina “sono insufficienti”. Lo affermano gli esperti dell’Eu Veterinary Emergency Team della Commissione Ue che, in un report elaborato dopo una missione in Lombardia ed Emilia-Romagna, evidenziano che “la strategia di controllo” della malattia “nel Nord Italia dev’essere migliorata”. Serve un piano “comune” e “coordinato” per l’intera area, oltre a un “urgente piano B esteso per il controllo e l’eradicazione della malattia”, scrivono gli esperti. Solo due giorni fa l’allarme in varie regioni, dalla Liguria, con 3 nuovi casi e dove il totale raggiunge i 1.007 casi, ma anche il Pavese e l’Emilia Romagna.

In provincia di Pavia è stato scoperto giorni fa un focolaio a Santa Cristina e Bissone. La situazione sul territorio si fa sempre più preoccupante. Tanto che la Regione Lombardia ha stanziato ulteriori fondi per le aziende colpite. La situazione in Lombardia e nelle zone circostanti si fa sempre più critica. I dati mostrano un’espansione preoccupante del virus, che ha colpito numerosi allevamenti in diverse province, come Pavia e Milano. L’ultimo focolaio individuato a Santa Cristina, con circa 700 maiali da abbattere, evidenzia la gravità della situazione, con un totale di 13.489 animali abbattuti finora a causa dell’epidemia. Allarme anche a Piacenza, dopo il caso che ha colpito un allevamento a Pontedellolio, dove sono stati abbattuti 773 capi. 

La peste suina è una malattia infettiva che colpisce i suini, sia domestici che selvatici. Esistono due tipi principali: la peste suina classica e la peste suina africana (PSA). Entrambe sono causate da virus diversi e sono caratterizzate da alta contagiosità. Non è trasmissibile all’uomo, è particolarmente grave perché è altamente contagiosa e spesso mortale per gli animali colpiti. È causata da un virus della famiglia Asfaviridae, genere Asfivirus, che è molto resistente nell’ambiente e può sopravvivere per lunghi periodi in diverse condizioni. Questo virus non stimola la formazione di anticorpi neutralizzanti, il che rende difficile la preparazione di un vaccino. La malattia si trasmette principalmente attraverso il contatto diretto con animali infetti o l’ingestione di carne o prodotti a base di carne di animali infetti. 

L’epidemia, proseguono gli esperti di Bruxelles, in Italia “sembra avanzare più velocemente delle misure e c’è da temere che si diffonda verso est e sud verso la Toscana”. Davanti alla sfida “estrema e urgente per il mondo intero” della lotta alla peste suina africana, è di “massima importanza essere vigili e di applicare tutta la legislazione europea pertinente, in particolare durante la stagione di punta estiva”. Lo dice con chiarezza la Commissione europea, che sottolinea come la presenza in Europa della malattia “non è solo una minaccia per il settore suinicolo europeo, ma può anche avere importanti conseguenze negative per il nostro ambiente e i nostri ecosistemi, nonché un impatto sull’agricoltura e sul commercio”, avverte una portavoce dell’esecutivo Ue.

Il portavoce ricorda che “gli Stati membri interessati hanno compiuto notevoli sforzi per sradicare e contenere questa malattia devastante”. “Come previsto dalla legislazione Ue, la Commissione adotta le necessarie misure di regionalizzazione tenendo conto della situazione epidemiologica” nei Ventisette, conclude. Il dramma della peste suina è stata una Spada di Damocle – per un anno e mezzo – sulla testa del commissario straordinario per l’emergenza, Vincenzo Caputo, che si è dimesso a fine luglio. Venne nominato dal Governo nel dicembre del 2022 al posto di Angelo Ferrari, dopo le polemiche per l’inefficienza della recinzione che avrebbe dovuto contenere il virus. Arrivato, nel frattempo in provincia di Parma, nel cuore del settore suinicolo italiano.

Caputo, al momento dell’insediamento, aveva promesso di estirpare la peste suina nel giro di 36 mesi. Ma non è stato così. Un incarico per lui troppo impegnativo. La strategia per combattere la peste suina è attiva nel Paese, dichiara oggi il suo successore, il designato commissario straordinario per la peste suina Africana, Giovanni Filippini, sottolineando che “la nuova struttura commissariale ha immediatamente dato continuità alle azioni sanitarie di controllo e gestione dell’emergenza. Allo stesso tempo è stata elaborata, anche alla luce delle raccomandazioni formulate in esito alla missione degli esperti della Commissione europea, una rimodulazione della strategia già condivisa con i ministeri competenti e pronta a essere trasmessa a Bruxelles”.

Simona Savini, della campagna Agricoltura di Greenpeace Italia, sottolinea che il “governo ha scelto di contenere il virus puntando essenzialmente sulla caccia al cinghiale, con l’obiettivo di dimezzarne la densità di popolazione, sebbene in altri Paesi europei questa strategia si fosse già rivelata fallimentare. Di fatto la relazione del gruppo di esperti della Commissione Europea, che a luglio ha visitato le zone infette, evidenzia un quadro allarmante di errori strategici e di mancanze nella gestione dell’epidemia, chiedendo all’Italia un sostanziale cambio di approccio, meno basato sulla caccia e più sul contenimento geografico dei cinghiali portatori del virus”. Nonostante le “indicazioni degli esperti andassero fin dall’inizio in un’altra direzione, il governo ha scelto di assecondare le pressioni del mondo venatorio e delle associazioni di categoria come Coldiretti e Confagricoltura, finendo così per non tutelare neanche gli stessi allevatori che oggi sono, di fatto, ancora più a rischio”, conclude Savini. 

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