L’europarlamentare della Lega ha preso le distanze dal caso parlando di “truffa”. Gli ideatori si scusano: “Vogliamo solo dargli voce”.
Roma – Qualche giorno fa sulla scena politica aveva fatto irruzione un fatto a dir poco curioso: il sito www.robertovannacci.it, era in vendita, proposto al miglior offerente. Sull’operazione, dopo aver preso atto di un dominio web che portava il suo nome, lo stesso generale Roberto Vannacci, eletto dalla Lega nelle scorse europee, aveva preso le distanze, spiegando di non saperne nulla e ipotizzando una truffa nei suoi confronti. Oggi sulla home page non compare più il cartello in vendita, ma si parla di ‘sito in allestimento’. Con la precisazione che “la proprietà del sito non appartiene al Generale Roberto Vannacci, né rappresenta il suo pensiero o la sua persona”.
“Il sito – viene spiegato ora – è stato creato da persone completamente estranee al Generale, con l’obiettivo di illustrare il suo successo editoriale e politico, raccogliendo dettagli sul fenomeno che rappresenta e fungendo da punto di riferimento per i suoi numerosi sostenitori”. “La vendita del dominio non aveva scopi fraudolenti; era invece rivolta a chiunque fosse un sostenitore serio e professionale, in grado di portare avanti l’iniziativa per cui il sito era stato creato. Ci scusiamo se l’intento della vendita e della creazione del sito sia stato frainteso come un tentativo di truffa o per altri scopi illeciti. Tutto il resto sono ricostruzioni fantasiose tipiche di una certa informazione italiana”, si legge ancora nella pagina www.robertovannacci.it.
L’annuncio “Sito in vendita!”, conteneva l’invito a inviare l’eventuale offerta a robertovannacci.it@gmail.com. Secondo l’anagrafe dei domini dell’Istituto di Informatica e Telematica del CNR, il dominio è stato registrato il 23 agosto 2023. Al momento sull’unica pagina visibile è riportata la biografia essenziale del generale, dai vari ruoli ricoperti nell’Esercito, fino alla pubblicazione del libro “Il mondo al contrario”, che era avvenuta proprio ad agosto 2023. E infine viene citata l’elezione al Parlamento europeo “risultato il candidato con il maggiore numero di preferenze dopo Giorgia Meloni”.