Stefania Secci, giornalista con un passato da modella, ha fatto partire l’inchiesta che ha portato all’arresto di Paolo Ferrante e di un suo collaboratore: “Molestata in un casale della provincia di Cuneo”.
Asti – La notizia degli arresti l’ha vissuta come un vittoria, il coronamento di un lavoro durato mesi per convincere altre donne e ragazze come lei, cadute nella rete della MIA Models Italian Academy di Corneliano d’Alba, a denunciare le molestie subite. E’ stata Stefania Secci, una modella e influencer di origini cagliaritane, oggi 35enne giornalista e attivista contro le violenze di genere, a far partire l’inchiesta che ha portato all’arresto del titolare dell’agenzia di moda della provincia di Cuneo, Paolo Ferrante, fotografo 46enne da venerdì in carcere a Torino con l’accusa di violenza sessuale su cinque ragazze. Ai domicliari è invece finito un suo collaboratore 36enne di Bra.
L’autrice della prima denuncia ha raccontato di aver subito molestie in un casale della campagna cuneese, dove si era recata per un servizio fotografico. Poi ha iniziato a scandagliare l’attività dell’agenzia, per mesi, raccogliendo le storie di ragazze che avevano subito esperienze perfino più traumatiche della sua, fino alla violenza consumata. Secci ha spiegato all’Ansa lo squallido modus operandi del sedicente talent scout ora agli arresti: “A quelle che vedeva più inesperte, proponeva la realizzazione di cortometraggi sulla violenza sulle donne dove lui faceva la parte dell’attore maschile e provava a stuprarle”.
In molti casi agli abusi erano seguite minacce di richiedere penali esorbitanti o di diffondere foto intime. Una spirale interrotta dai carabinieri di Alba. Stefania Secci ha convinto altre ragazze, che hanno trovato in lei una figura di riferimento, a sporgere denuncia: “Quando siamo unite verso un unico obiettivo i cambiamenti possono avvenire”. La Procura teme che queste prime denunce siano solo la punta dell’iceberg. “Sicuramente ci sono ancora tante ragazze che non hanno trovato il coraggio di denunciare – afferma Secci al Corriere – ma sono sicura che l’arresto di Ferrante le porterà a credere nella giustizia: le accompagnerò io stessa, se necessario” che chiude l’intervista con un appello: “Vorrei esortare altre possibili vittime che non siamo ancora riusciti a contattare: non abbiate paura o timori. Mettiamoci in contatto perché tutte insieme possiamo fare la differenza”.