Il Guardasigilli: “osannato e insultato come accadde a Gianni De Michelis 30 anni fa. Mi sono sentito umiliato come magistrato”.
Roma – Il ministro della Giustizia Carlo Nordio interviene sul caso Toti. “Posso dire che questa è una situazione abbastanza singolare, particolare, che ha molte anomalie. La stiamo seguendo con molta attenzione e alla fine valuteremo cosa dovrà essere fatto”. Il Guardasigilli a Quarta Repubblica su Rete 4, risponde così alla domanda se ha valutato l’ipotesi di mandare un’ispezione ministeriale al Tribunale di Genova, per valutare la correttezza dell’operato dei magistrati nella vicenda giudiziaria che coinvolge il presidente della Liguria Giovanni Toti.
Il ministro ha sottolineato che “non posso e non devo entrare” nella vicenda, ma “non ho capito la logica della custodia cautelare” per Toti. “Ma qui mi devo fermare”. Quanto alla manifestazione organizzata dalle opposizioni a Genova contro il governatore Toti, Nordio ha detto che lo ha “ha riportato purtroppo a quando 30 anni fa interrogavo l’onorevole Gianni De Michelis, alla procura di Venezia, e sotto in piazza c’era un migliaio di persone che insultavano quel ministro che magari un mese prima avevano osannato. Mi sono sentito umiliato come magistrato, è stato sgradevole che ci si accanisca contro un indagato”.
E secondo la difesa di Toti il Tribunale del Riesame di Genova “ha un’idea medievale dell’interrogatorio e una visione del diritto in termini inquisitori“. Che ricalca, questa la tesi dell’avvocato Stefano Savi, il modello della “confessione sacramentale: si chiede cioè all’indagato il riconoscimento della sua colpevolezza ed il successivo pentimento”. Già solo per questa ragione, obietta il penalista, “l’ordinanza con cui i giudici hanno rigettato l’appello per il ritorno in libertà del governatore ligure merita l’annullamento”. Lo si legge nel ricorso presentato in Cassazione, dopo che gip e Riesame hanno bocciato la richiesta di revoca dei domiciliari di Toti.
Accusato di corruzione, voto di scambio e, da giovedì scorso, anche di finanziamento illecito. Nel ricorso di 40 pagine il difensore contesta le ragioni – definite irragionevoli e contradditorie – dietro la scelta del collegio presieduto da Massimo Cusatti. Che nell’ordinanza di rigetto aveva sottolineato come Toti durante l’interrogatorio avesse ammesso i fatti storici alla base delle accuse rivendicandone però la legittimità. Non è vero, secondo il suo legale, che è stato un interrogatorio “infarcito di tanti non ricordo”. Quanto al rischio di reiterazione del reato, Savi nel ricorso denuncia il tono del provvedimento “ai limiti della irrisione” e ribadisce: “Con quello che gli è successo è da escludere che possa ripetere certi comportamenti”.
Intanto emergono nuovi dettagli dai verbali degli interrogatori dei testimoni della maxi inchiesta. Il 9 maggio la Guardia di finanza ha sentito come persona informata Almanio Romano, ex capo dell’ufficio finanziario del Gruppo Spinelli. Che ai militari delle Fiamme Gialle ha spiegato come a disporre le erogazioni al Comitato Toti fosse direttamente Aldo Spinelli. “Nel 2021, ha aggiunto, il commendatore mi disse di fare quattro bonifici da 10 mila euro” dalle varie società del Gruppo. Operazioni non deliberate dal Cda su cui sia Romano che il figlio Roberto manifestarono qualche riserva.