Operazione della Guardia di Finanza nei confronti dei coniugi stranieri, il cui tenore di vita non era giustificabile col reddito dichiarato.
Torino – A metà luglio 2024 i militari del comando provinciale della guardia di finanza hanno eseguito un ingente sequestro di beni per un valore di un milione e 600mila euro, consistente in 32 unità immobiliari, nelle quote di due società, di una ditta individuale e di dieci rapporti finanziari, disposto dal tribunale di Torino, su proposta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di due coniugi, un 50enne egiziano e una 37enne rumena, residenti nel capoluogo piemontese.
I due sono già destinatari di misure cautelari personali in un distinto procedimento penale in quanto ritenuti responsabili di reati di associazione per delinquere finalizzati all’ingresso e alla permanenza illegale nel territorio dello Stato oltreché a una serie di numerosissimi reati consistenti in truffe ai danni di enti pubblici per ottenere prestazioni economiche di varia natura in assenza dei presupposti, tra l’altro attraverso false attestazioni per percepire il reddito di cittadinanza, produzione di false attestazioni di lavoro dipendente per usufruire di indennità di maternità o Naspi e richieste di rinnovo o rilascio di permessi di soggiorno per persone non aventi diritto.
Il tribunale ha ravvisato la loro pericolosità ai sensi del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, in particolare in ragione del fatto che sono risultati stabilmente dediti alla consumazione di reati contro il patrimonio allo scopo di procurarsi ingiusti profitti, per un significativo arco temporale, circa un decennio. Le investigazioni svolte dal nucleo di polizia economico-finanziaria di Torino hanno consentito di rilevare una significativa disponibilità di beni, a fronte degli esigui redditi dichiarati dalla coppia negli ultimi sette anni, così avvalorando l’ipotesi che gli stessi vivessero abitualmente grazie ai proventi delle attività illecite.
Alla luce del profilo dei soggetti sottoposti ad accertamenti e della loro pericolosità sociale, nonché della sproporzione rilevata tra cespiti patrimoniali posseduti e fonti reddituali dichiarate, il Tribunale di Torino, condividendo gli esiti delle attività svolte dai militari operanti, ha quindi disposto il sequestro di 32 unità immobiliari, delle quote di due società, di una ditta individuale e di 10 rapporti finanziari, dal valore complessivo di circa 1,6 milioni di euro.