Così hanno preso Bozzoli: nella sua villa, nascosto in un cassettone [I VIDEO]

Condannato all’ergastolo per l’omicidio dello zio, il fuggiasco non era in Spagna e nemmeno in Sudamerica, ma in casa sua a Soiano del Lago.

Brescia – Non era riparato in Sudamerica con documenti falsi ed un bel gruzzolo in tasca e nemmeno ha deciso di mettersi in mano a qualche chirurgo plastico per cambiare definitivamente i connotati e sfuggire alla giustizia. Non è finita come in un banale spy-story, eppure c’è qualcosa di cinematografico nella cattura di Giacomo Bozzoli, un filo che tiene insieme il dramma e la farsa. come in una commedia, ma all’italiana.

L’uomo condannato per aver ucciso lo zio e averne fatto sparire il cadavere gettandolo nell’altoforno della fonderia di famiglia, sulla cui gestione bramava mettere le mani, si nascondeva come un amante in fuga dal marito, non nell’armadio ma nel cassettone ai piedi del letto della camera da letto, una stanza che però era la sua e della sua compagna, nella villa di Soiano del Lago.

L’hanno trovato così, tra lenzuoli e trapunte, cappelli arruffati e barba lunga, i carabinieri che ieri pomeriggio hanno fatto irruzione in casa del fuggiasco, dove grazie alle cimici lo avevano localizzato già all’alba. Tenendo stretto un borsello con 50mila euro, Bozzoli ha gridato ancora una volta la sua innocenza, “la dimostrerò”, e poi in lacrime ha chiesto ai militari di fargli vedere il figlio.

Bozzoli arrestato ieri pomeriggio dopo 10 giorni di latitanza

Dopo aver passato la prima notte in carcere, un incubo che chissà quante volte avrà vissuto nella sua mente da quando nove anni fa il tribunale ha riconosciuto per la prima volta la sua colpevolezza, se deciderà di rispondere alle domande degli inquirenti, sarà lo stesso Bozzoli a sciogliere i tanti misteri che avvolgono gli ultimi rocamboleschi giorni della sua libertà.

Gli inquirenti, infatti, rimangono abbottonati sui dettagli della cattura, in attesa di mettere le mani anche sui possibili complici. Filtra soltanto un’indizio: che Bozzoli si sia tradito, commettendo una leggerezza che ne ha permesso la cattura. Il procuratore Francesco Prete, ricostruendo le tappe della fuga, ha ipotizzato che lui abbia “lasciato la Spagna 3-4 giorni dopo la compagna per tornare in Italia”. Dove sarebbe arrivato, appunto, fra la notte di mercoledì e ieri mattina molto presto, quando è stato individuato.

Se così fosse resta da capire come il fuggiasco sia riuscito a entrare nella villa senza che nessuno se ne accorgesse. Ma è davvero questa la tempistica del rocambolesco andata e ritorno tra Soiano e Marbella? Oppure Bozzoli era in casa da più tempo di quanto non si voglia dire? Potrebbe aver fatto ritorno in treno con compagna e figlio già il 5 luglio, per poi separarsi in stazione Centrale a Milano, e raggiungere in qualche modo la villa per conto suo e rimanere lì nascosto per tutti questi giorni?

Quando il 23 giugno Bozzoli è partito con la compagna e il figlio alla guida della Maserati Levante, aveva già in mente lo spettro dell’ergastolo, diventato realtà il primo luglio, altrimenti perché non portarsi dietro il telefonino che usava regolarmente? E comunque aveva avuto nove anni di libertà, regalati da una giustizia italiana fin troppo magnanima, per concertare un piano di fuga credibile. Cosa è successo negli ultimi giorni per mandarlo così miseramente a rotoli, tanto da far virare il dramma in farsa?

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