In arrivo una significativa modifica alla disciplina con un testo a prima firma della presidente della commissione Antimafia Chiara Colosimo.
Roma – È in arrivo una significativa modifica alla disciplina relativa ai limiti alla concessione dei “benefici di legge” ai superstiti delle vittime della criminalità organizzata. La novità è prevista da un emendamento di Fratelli d’Italia a prima firma della presidente della commissione Antimafia Chiara Colosimo, approvato al ddl Sicurezza dalle commissioni Affari costituzionali e Giustizia alla Camera.
In particolare la proposta di modifica inserisce un ulteriore limite, stabilendo che il beneficio è concesso a colui che non risulta “coniuge, convivente, parente o affine entro il quarto grado di soggetti nei cui confronti risulti in corso un procedimento per l’applicazione o sia applicata una misura di prevenzione”, ovvero di soggetti “nei cui confronti risulti in corso un procedimento penale per uno dei delitti di cui all’articolo 51, comma 3-bis del codice di procedura penale”, salvo risulti che, “al tempo dell’evento, avesse interrotto definitivamente relazioni familiari e affettive, rapporti di interessi e sociali ovvero non avesse attuali rapporti di concreta frequentazione con i predetti soggetti”.
Con la sentenza n.122/2024 la Corte Costituzionale in queste ore ha dichiarato l’illegittimità dell’art. 2-quinques, comma 1, lett. a), decreto legge 2 ottobre 2008, n. 151, limitatamente alle parole “parente o affine entro il quarto grado”. Ne consegue che i benefici previsti per i superstiti delle vittime del terrorismo o della criminalità organizzata non possono essere negati in ogni caso ai parenti e agli affini entro il quarto grado di persone sottoposte a misure di prevenzione o indagate per alcune tipologie di reato. Ed era stata proprio Colosimo a esultare per la decisione della Consulta di abrogare la legge che vietava alle vittime innocenti di mafia, parenti dei mafiosi, il riconoscimento e i benefici della legge.
“La Corte Costituzionale – aveva commentato su X la presidente della commissione antimafia – ha abrogato con sentenza numero 122 del 4 luglio la norma di legge sul quarto grado di parentela che per anni ha precluso a decine di familiari di vittime innocenti della criminalità organizzata di vedersi riconosciuti benefici economici previsti per legge. Proprio in questa direzione ho presentato, più di un mese fa, un emendamento in discussione in queste ore alla Camera dei deputati”, aveva anticipato l’approvazione di oggi ribadendo “un impegno preso con tanti familiari di vittime innocenti, magari anche minori. Non un euro dello Stato deve andare nelle mani della mafia; non un euro in meno deve restare nelle casse dello Stato se quella famiglia ha scelto di prendere nettamente le distanze da quel parente mafioso ed ha anche conosciuto il dolore di una perdita”.