L’erba della ‘ndrangheta: nel Reggino le piantagioni delle cosche, 11 arresti [VIDEO]

Blitz dei carabinieri: 8 in carcere, 3 ai domiciliari. Simulavano la coltivazione di canapa producendo invece stupefacenti pronti per lo spaccio.

Reggio Calabria – Un’associazione a delinquere finalizzata alla coltivazione di vaste piantagioni di cannabis sul territorio calabrese, con vendita della sostanza stupefacente sul mercato illegale. L’organizzazione, consolidata e ben strutturata, operava principalmente tra i comuni di Taurianova, San Procopio e Sant’Eufemia di Aspromonte. È quanto hanno scoperto, e smantellato, i carabinieri del nucleo investigativo di polizia ambientale, agroalimentare e forestale di Reggio Calabria, sotto la direzione della Direzione distrettuale antimafia. L’operazione ha coinvolto circa 60 militari provenienti da Calabria e Sicilia, con i colleghi del comando provinciale di Reggio Calabria. Sono state eseguite tredici misure cautelari personali, di cui otto in carcere, tre agli arresti domiciliari e due divieti di dimora nel territorio calabrese.

Le indagini hanno permesso di identificare i membri dell’organizzazione, finanziatori e supervisori delle operazioni di piantagione, affiliati alle cosche di ndrangheta delle province di Reggio Calabria e Catanzaro. Sono stati individuati anche altri membri dell’organizzazione, definendo le “quote parte” di ciascuno in termini di proventi derivanti dalla vendita della sostanza stupefacente. In ausilio ai sodali, operavano ulteriori figure assoldate di volta in volta, che venivano individuate per svolgere compiti di vigilanza e manovalanza, ovvero quali “soggetti sacrificabili”, spesso incensurati, disposti ad assumersi ogni responsabilità nell’ipotesi di un intervento delle forze di polizia.

Dalle conversazioni intercettate è emersa la sicurezza dei componenti dell’organizzazione sui canali commerciali ai quali destinare la sostanza stupefacente, grazie alle figure garanti dei capi-promotori, già inseriti in un sistema strutturato e consolidato di commercio nel mercato illegale. Nonostante le periodiche azioni di contrasto delle forze dell’ordine, gli arrestati riuscivano rapidamente a riprendere le attività di produzione di droga. Simulavano la legalità delle coltivazioni di canapa con documentazioni fittizie per eludere i controlli.

Durante un controllo amministrativo, uno dei titolari ha mostrato documenti attestanti un’azienda agricola legale, contratti di affitto e fatture per semi certificati di canapa. Tuttavia, i campionamenti effettuati dai carabinieri forestali hanno rivelato un contenuto di Thc superiore al limite legale, confermando la natura stupefacente delle piante. Tra le varie attività condotte durante l’indagine, i militari del Nipaaf avevano già arrestato un individuo in flagrante mentre trasportava ingenti quantitativi di piante di canapa, oltre ad altri quattro individui sorpresi nella lavorazione della droga. Sono stati sequestrati circa 70 chili di marijuana già essiccata e pronta per la vendita. Questi elementi hanno portato all’emissione delle odierne misure cautelari da parte del gip di Reggio Calabria.

Le ipotesi di reato contestate vanno dall’associazione a delinquere finalizzata al traffico delle sostanze stupefacenti, aggravata ai sensi dell’art. 416 bis 1 c.p., a una serie di delitti in materia di stupefacenti.

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