Separazione carriere: penalisti “inaccettabile sfida Anm”, AreaDg “Inganno governo”

Polemica tra l’Unione camere penali e la corrente delle toghe sulla tanto contestata riforma che ha ricevuto la firma del Capo dello Stato.

Roma – La polemica sullo sciopero dell’Anm contro la separazione delle carriere innesca la polemica a distanza tra l’Unione Camere Penali – che da anni chiede la riforma – e la corrente delle toghe AreaDg. Iniziano i penalisti con una nota al veleno:  l’Associazione nazionale magistrati “lancia apertamente la propria sfida al Parlamento e sceglie la strada di una aperta politicizzazione della sua azione. Si potrebbe dire che il potere giudiziario abbia gettato la maschera, contrapponendosi apertamente a quello legislativo, se non fosse che è evidente a tutti da almeno trent’anni che nessuna riforma possa essere portata a termine in questo Paese senza il consenso della magistratura – sottolinea l’Ucpi – Un potere che domina indisturbato il proscenio della nostra democrazia ben oltre le competenze e le funzioni che sono state attribuite dal Costituente alla magistratura”.

Subito replica il segretario di AreaDg Giovanni Zaccaro:  “L’unione delle camere penali si indigna per la mobilitazione della Anm per ristabilire la verità sulla inutile ed anzi dannosa riforma della magistratura promossa dal Governo”, ha tuonato. Non posso credere che l’avvocatura italiana si preoccupi di questo e non del fallimento della difesa dei non abbienti, delle pene spropositate per i reati di strada, per il
disciplinare a carico del magistrato che preferisce mettere un cittadino ai domiciliari invece che in galera, per i tempi della giustizia civile che pare tornino ad allungarsi”. 

Ma i penalisti, che da sempre si battono per le carriere separate dicono che “partendo dalla oggettiva e innegabile constatazione della posizione egemonica assunta dal pubblico ministero e dello squilibrio fra la
fase delle indagini e quella del dibattimento, la necessaria e non più rinviabile riforma della separazione delle carriere non mira affatto a indebolire il pubblico ministero ma a rafforzare il giudice – assicurano i penalisti – rendendolo terzo, oltre che imparziale, affinché possa svolgere effettivamente la propria funzione di limite al potere esercitato dalle procure, rendendo la giustizia più giusta e più equilibrata nell’interesse di tutti i cittadini.

E ancora, sostiene l’Ucpi sulla riforma che ha ricevuto la firma del Capo dello Stato, che la “campagna di disinformazione lanciata dalla magistratura sostiene che questo avverrebbe, o potrebbe avvenire in futuro, diminuendo le garanzie del pm, quando nel disegno di legge governativo, che sul punto riprende quello dell’Unione Camere penali, è chiaramente scritto l’esatto contrario: al pubblico ministero – conclude la nota – sono riservate le medesime garanzie di autonomia e indipendenza del giudice, senza alcun condizionamento o controllo da parte del potere esecutivo”.

Sergio Mattarella firma la riforma

Zaccaro però incalza nella replica e sostiene che problema della giustizia italiana, “sono i palazzi
fatiscenti,
le galere pienissime, l’ipertrofia penale e l’inefficienza del processo civile. Tutti gli avvocati, tutti i
magistrati, tutti i Cancellieri lo sanno. Troppo difficile risolverli ed allora il Governo – conclude il segretario
dell’associazione che riunisce le toghe progressiste – pubblicizza la separazione delle carriere come panacea di tutti i mali. Possibile che solo l’Unione delle camere penali non colga il grande inganno?”.

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